La situazione di emergenza impone urgenti risposte politiche. Lo Stato si intromette nella vita del cittadino: ne limita fortemente l’autonomia pretendendone l’arruolamento, varando misure di ordine pubblico, razionando i consumi, censurando la posta. Ma si propone anche come principale riferimento assistenziale e come mediatore dei conflitti sociali. Intanto l’equilibrio tra i poteri si sbilancia; e dietro i partiti si fanno strada gruppi di pressione e comitati promossi dalla borghesia interventista. Molto importante si rivela l’atteggiamento degli enti locali, che affrontano un grande sforzo di preparazione e di assistenza; e delle organizzazioni internazionali, in primis la Chiesa cattolica e la Croce Rossa. Una delle peculiarità del contesto reggiano è la collaborazione tra le diverse forze che si realizza nel Comitato Provinciale di Assistenza Civile. Questa interazione non colma peraltro le divergenze: il contrasto tra interventisti e neutralisti, riproponendosi sotto nuove vesti, raggiunge anzi forme ossessive.