La Grande Guerra è una immane tragedia collettiva. E’, prima di tutto, una terribile carneficina, nella quale perdono la vita 10 milioni di persone (e, tra queste, oltre 6.000 reggiani). Ma anche tra chi sopravvive sono molti quelli che rimangono segnati, fisicamente o mentalmente, da una esperienza così totalizzante e sconvolgente: i feriti; i mutilati; coloro che cercano di fuggire dalla guerra, più o meno deliberatamente (dai disertori agli alienati). E ancora i loro parenti e amici, che patiscono uno choc psicologico e in molti casi anche un tracollo materiale. Infine occorre ricordare i drammi del lavoro nascosti nelle pieghe del conflitto: da quello degli emigrati costretti a ritornare in patria, a quello degli operai sfruttati nei cantieri di guerra.
Al fianco degli eroi, ma molto più numerosi di loro, ci sono coloro per i quali la guerra, in ogni caso, non può dirsi vinta.
Al fianco degli eroi, ma molto più numerosi di loro, ci sono coloro per i quali la guerra, in ogni caso, non può dirsi vinta.