Quasi 2000 firme per salvare Casa Manfredi, l’unica casa partigiana del Comune di Reggio Emilia. Nel pomeriggio di mercoledì 20 dicembre, al termine della seduta del Consiglio regionale, una delegazione di 10 reggiani è stata ricevuta a Bologna dal presidente Bonaccini e da Emma Petitti, presidente dell’Assemblea legislativa. Ad accompagnare il gruppo, l’assessore alla Casa e alla Partecipazione, Lanfranco de Franco, Alessia Remondini di Anpi, Simonetta Gilioli e Giorgio Paterlini di Istoreco, Anna Salsi, Maurizia Fiorani, Marina Ligabue e Dario De Lucia dell’Anpi di Villa Sesso, che lo scorso maggio ha promosso la petizione popolare che chiedeva di mettere in sicurezza permanente la casa dove vissero i fratelli Manfredi, martiri della Resistenza. Ad accoglierli in viale Aldo Moro c’erano anche i consiglieri reggiani Federico Amico, Stefania Bondavalli, Andrea Costa, Roberta Mori e Ottavia Soncini.

La delegazione ha sottolineato come Casa Manfredi abbia bisogno di un’importante ristrutturazione. È urgente mettere in sicurezza l’edificio per evitarne il crollo e il danneggiamento del murales intitolato al “Partigiano reggiano”, ma anche riqualificare l’area verde a disposizione di scolaresche e visitatori di ogni età. Per questo da un laboratorio di cittadinanza promosso dall’assessorato Partecipazione è emersa l’idea di indire un concorso di idee – lanciato lo scorso novembre dal Comune insieme ad Anpi e Istoreco, e aperto fino a fine gennaio – per la riqualificazione dell’area esterna dell’edificio. Giovani architetti e ingegneri sono stati invitati a presentare idee creative e innovative per salvaguardare questo patrimonio storico e morale della contemporaneità.

«Casa Manfredi per Reggio Emilia è un luogo simbolo della storia della Resistenza – ha detto l’assessore de Franco – Da quando il Comune ha acquisito la proprietà dell’edificio sta lavorando con Anpi e Istoreco per salvaguardare la storia e la memoria di Casa Manfredi come luogo della Resistenza e del dialogo tra generazioni. Con il concorso di idee vogliamo immaginare insieme il futuro di questo luogo così importante per la nostra collettività. La Regione potrà essere un soggetto fondamentale per dare un aiuto concreto a livello economico e progettuale per consentire alle nostre idee di realizzarsi».

Casa Manfredi è stata una casa di latitanza utilizzata dai giovani partigiani come rifugio e punto d’appoggio. Il percorso storico per recuperarla è iniziato con la sua riapertura nel 2019 e, nell’anno successivo, con la realizzazione della grande opera murale di street art intitolata al “Partigiano Reggiano” (dalla canzone di Zucchero Fornaciari), collocato nella facciata nord della casa e visibile dall’autostrada A1. Inaugurata il 27 settembre 2020 e realizzata dagli artisti Neko e Maik, l’opera voluta da Istoreco, Anpi e Comune di Reggio Emilia è divenuta una “nuova porta” della città. Il murale rappresenta i cinque membri della famiglia Manfredi – il padre Virginio e i figli Alfeo, Gino, Aldino e Guglielmo – ritratti insieme a Ferdinando Miselli e ai figli Remo e Ulderico, uccisi dai fascisti durante l’eccidio di Villa Sesso, di cui proprio oggi ricorre il 79esimo anniversario. Furono complessivamente 23 le vittime nella località reggiana: il murale racconta la storia della loro lotta per la Liberazione.