Il 25 luglio 1943 cadeva ufficialmente il regime fascista in Italia, ormai moribondo sotto l’avanzare delle truppe alleate che stavano risalendo la penisola. Con la destituzione e arresto di Mussolini ecco che inizia il regime Badoglio: quando quel 25 luglio cade il fascismo, dopo un primo momento di euforia, nessuno si illudeva che le cose sarebbero rapidamente cambiate. Anche a Reggio Emilia, quello di Badoglio fu la naturale prosecuzione del regime fascista e il saggio che vi presentiamo oggi, “Il regime Badoglio a Reggio Emilia. 25 luglio – 8 settembre 1943”, di Giannetto Magnanini, illustra con chiarezza e dovizia di particolari quei 45 giorni: le speranze e illusioni suscitate dalla caduta di Mussolini nutrite dai reggiani furono comuni al resto d’Italia, per questo la descrizione fatta dall’autore, sia pure con la propria specificità, può essere emblematica di quanto avvenuto in molte parti del Paese.

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L’analisi delle singole componenti politiche fatta dall’autore ci illustra la complessità e le difficoltà che attraversarono tutti gli schieramenti nel confrontarsi nel sulla situazione operatisi con la caduta del fascismo. La precisione con cui le vicende sono ricostruite, quasi ora per ora, ci consente, se non altro, di superare la visione provvidenziale e quasi mitica di un periodo di “prove generali” in cui le forze antifasciste, attive dopo l’Armistizio, avrebbero iniziato a costruire il proprio percorso attraverso quella che sarebbe stata la lotta armata.

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I festeggiamenti per la caduta di Mussolini a Reggio Emilia