Il 28 settembre 1943, ottant’anni esatti fa, si costituisce a Reggio Emilia il Comitato di Liberazione Nazionale (CLN) provinciale. Sarà la direzione politica della lotta partigiana nei venti mesi della Resistenza.

Dopo la sua liberazione, Mussolini annuncia attraverso Radio Monaco la costituzione di uno nuovo Stato fascista. Gli antifascisti reggiani reagiscono e, dopo alcune riunioni clandestine preparatorie al ristorante “Ermete” (via Emilia), a casa di Vittorio Pellizzi (via Toschi) e alla canonica di San Pellegrino, si costituiscono in CLN.

Martedì 28 settembre 1943 sei uomini si mescolano ai cittadini che affollano la città in giorno di mercato ed entrano nella canonica della chiesa di San Francesco. Il parroco don Lorenzo Spadoni lascia il portone socchiuso per facilitare l’ingresso.

Nella stanza da pranzo si riuniscono:

  • don Prospero Simonelli, 31 anni, e Pasquale Marconi, 45 anni, per la corrente democratico-cristiana
  • Giacomo Lari, 54 anni, e Alberto Simonini, 47 anni, Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria (Psiup)
  • Cesare Campioli, 41 anni, Partito Comunista Italiano
  • Vittorio Pellizzi, 45 anni, Partito d’azione (PdA).

Come sembra normale nel 1943 ci sono solo uomini. Ma la Resistenza cambierà anche questo aspetto della vita pubblica.

Dopo il 28 settembre 1943 Il CLN comincia ad organizzare la propaganda antifascista e le squadre partigiane. Si riunisce in città circa settanta volte, fino al dicembre 1944 in tanti luoghi diversi, presieduto da Vittorio Pellizzi.
Dopo gli arresti del dicembre 1944 quando sono incarcerati i membri del Comando Piazza (l’organismo militare del CLN provinciale) e viene fucilato Angelo Zanti, si trasferisce in montagna nel febbraio 1945, presidente Giuseppe Dossetti.
La Liberazione dal fascismo e dall’occupazione nazista arriva nell’aprile 1945, grazie anche a quella riunione nella canonica di San Francesco.

Il 2 giugno 1946 si vota per la Repubblica e per eleggere l’Assemblea costituente. Per la prima volta in parlamento furono elette 21 donne.