Sabato 20 Aprile alle ore 15.30 invitiamo tutte e tutti nel cortile di Casa Bettola, per festeggiare la Liberazione di Reggio dal Nazifascismo, attraverso la ormai decennale manifestazione Quartieri Partigiani.
Come sempre attraverseremo il territorio, inteso come sedimento di memoria antifascista, ascoltando il paesaggio per cogliere il profondo legame che unisce la nostra storia e la Resistenza partigiana.
Abbiamo deciso di partire da noi, da Casa Bettola, per evidenziare l’attualità dell’antifascismo attraverso le nostre azioni quotidiane, che traggono linfa dalla memoria senza limitarsi alla celebrazione del passato.
Proprio per questo vogliamo ricordare una compagna – Ilaria Salis – attualmente in prigione in Ungheria, con accuse fittizie e calunniose, per essersi opposta al “Giorno dell’onore”, giornata simbolo di tutta l’estrema destra Europea, che ricorda l’entrata a Budapest dell’Armata Rossa ma, paradossalmente, celebra le truppe Nazifasciste che fino alla fine hanno strangolato la città tenendo in ostaggio la popolazione.
Questo è stato possibile grazie all’impianto vittimario della memoria, che celebra le vittime senza contestualizzare i fatti storici, politici e antropologici, ribaltando così la scala valoriale che mette sullo stesso piano vittime e carnefici, dove questi ultimi attraverso il revisionismo storico vestono i panni dei buoni.
Non è un caso che il modello politico ungherese sia un riferimento per tutta la destra postfascista Europea da Le Pen a Meloni. Quindi nel ricordare l’ingiusta incarcerazione di Ilaria ricorderemo quelle istituzioni come il Soccorso Rosso che nel segno dell’antifascismo hanno dato forma alla solidarietà e che ancora oggi posso ispirare forme di mutualismo.
Da sempre la nostra narrazione vuole smontare lo stereotipo del partigiano maschio bianco ed eroe, che atrofizza la Resistenza rendendola oggetto da museo. Quindi ci sposteremo verso l’ospedale Spallanzani ricordando l’impegno e la solidarietà civile che ha reso possibile la Resistenza e che dalle macerie della guerra è stata capace di ricostruire la pace e l’uguaglianza sociale.
Non mancherà un fiore per Mimma Montanari, giovane infermiera e staffetta partigiana uccisa proprio in quel luogo il giorno della Liberazione di Reggio Emilia.
Ritornando sul ponte di San Pellegrino, ci fermeremo dinanzi al fiume per suggellare un patto di narrazione antifascista tra noi e il paesaggio naturale, sempre più necessario con l’assottigliarsi della memoria viva. Prendendo spunto dalle culture indigene, aborigene e dalla resistenza Dakota vogliamo parlare in maniera confidenziale con l’acqua del fiume, che prestò la sua sabbia ai birocciai per nascondere armi e vestiti per chi lottava in montagna; fu la strada da seguire per chi allo sbaraglio dopo l’armistizio voleva unirsi alle bande partigiane. Questa alleanza non vuole essere viva solo nel ricordo, ma anche nelle lotte ambientali e sociali che dobbiamo affrontare oggi di fronte al cambiamento climatico imminente.
Finiremo al Parco delle caprette, ora luogo di pace dove le bambine e i bambini corrono felici tra gli alberi. A ricordare che non è sempre stato così c’è la torre che getta la sua ombra sul parco: nel 1944 lì sopra era posizionata una mitragliatrice nazifascista, la stessa che ha falciato Mimma. Vogliamo allora dare la parola a chi questa pace l’ha costruita nel segno dell’antifascismo.
Carla Nironi ci darà la sua testimonianza di lotta, di chi come lei e tante altre ereditando solo macerie, scalciando quelle pietre frantumati dalle bombe ha costruito nidi e scuole dell’infanzia pensando che solo un’educazione alla libertà e alla giustizia sociale possono garantire la pace. Una testimonianza che diventa ancora più importante oggi di fronte al conflitto in Palestina e la guerra che si avvicina alle porte dell’ Europa, con il rischio di un conflitto nucleare in Ucraina.
Per evidenziare l’impegno civile di chi, soltanto con il proprio corpo e le proprie idee, si oppose al Regime fascista e la guerra, il nostro pensiero andrà alle donne del calzificio della Bloch che nel 42 scioperarono, fermando la produzione per ridare coraggio e speranza all’antifascismo reggiano.
Lungo il cammino saremo accompagnati da quattro burattini giganti costruiti nei laboratori con Isabelle Roth insieme alle bambine e i bambini del quartiere, rappresentando quattro concetti chiave della giornata: la solidarietà, la cura, il paesaggio e la pace.
La camminata verrà accompagnato dalle voci del coro l’Amata Rossa e l’Oltrecoro e le letture di filastrocche antifasciste. Alla fine della giornata ci fermeremo di nuovo a Casa Bettola per un momento conviviale accompagnati dalle musiche di Calck e qualcosa da mangiare e bere in compagnia.
Ogni persona della comunità è frammento di memoria attiva che attraverso la storia descrive e orienta il presente, una storia che ci insegna che tutte e tutti possiamo fare la nostra parte, senza essere eroi.
Ci vediamo il 20 aprile! Ora e sempre Resistenza
Casa Bettola