A cura di Massimo Storchi
LA PROTESTA SI ALLARGA
Il 1 luglio:
- a S.Ferdinando di Puglia (BAT)(Foto S.Ferdinando) (dove già nel 1948 nel corso di un assalto della polizia alla sezione del PCI erano state uccise 5 persone, compreso un bambino) i carabinieri attaccano la manifestazione indetta per solidarietà con le agitazioni bracciantili in tutta la Puglia e feriscono con colpi d’arma da fuoco due persone.(Foto 40,41,42)
- In tutta la Puglia sono in agitazione oltre 1 milione di braccianti. A Bari sfila un corteo con 15.000 partecipanti al grido di “Vogliamo essere pagati”. Comizio finale dell’on.Santi della CGIL.
- A Genova è proclamato lo sciopero generale per il 2 luglio, data prevista per l’inizio del Congresso del MSI.
- Anche in altre città è proclamato lo sciopero generale dopo i fatti del 30 giugno. A Milano la manifestazione parte da Piazzale Loreto. Sciopero anche a Ferrara, La Spezia e Sarzana. Fermate di lavoro a Torino, Asti, Savona e in tutta la Liguria. Numerosi feriti a Torino quando la polizia carica un corteo diretto alla Prefettura (Foto44)
Le vedove dei fratelli Cervi e Maria Cervi indirizzano al Comitato Federativo della Resistenza di Genova un messaggio: “Certo non [proviamo] odio contro persone ma ribellione spontanea contro il sorgere di una forza che per la nostra famiglia ha rappresentato distruzioni e dolori, per il nostro Paese la rovina. Ma allora, ci viene da pensare, i nostri cari hanno dato la vita invano?..No, tutto non è ancora perduto; se il popolo italiano in un momento come questo sa ancora trovare la sua unità e il suo spirito antifascista, vuole dire che le sorti della democrazia e della pace possono ancora essere salvate, che andremo ancora avanti e non torneremo più indietro..”.(Foto43)
Il Ministro degli Interni Spataro, chiamato a rispondere a numerose interpellanze alla Camera e al Senato su quanto accaduto a Genova attribuisce la responsabilità ad “attivisti del PCI” e riafferma la decisione del Governo di tutelare la libertà di tutti secondo la Costituzione.(Foto45)
Nella serata del 1 luglio arriva la notizia dell’annullamento del Congresso del MSI. Invitati a trasferire la sede a Nervi, non potendo essere garantita la sicurezza al Teatro Margherita (pur già circondato di filo spinato), i dirigenti del partito(Foto51), che hanno attribuito la responsabilità degli incidenti del 30 giugno a un “comando bolscevico” (Foto46) che avrebbe “diretto l’insurrezione” hanno rifiutato minacciando conseguenze a livello politico nazionale.(Foto47) Nella notte lasciano Genova Fabrizio Ciano, Vito Mussolini, i fascisti spagnoli della Falange e quelli inglesi di Mosley, che erano stati invitati ai lavori.
La decisione del MSI solleva gioia e sollievo a Genova e in gran parte del paese (foto 48, 49, 50)
Il progettato sciopero generale del 3 luglio viene così revocato.
Il 2 luglio:
Togliatti rientra a Roma da Mosca.
Il PCI chiede le dimissioni del governo Tambroni.
Il MSI, dopo le prime dichiarazioni di ritiro dell’appoggio al governo, esita a prendere una decisione.
A Genova è vietato un comizio antifascista di Ferruccio Parri.
Indetto per il 3 luglio un convegno delle forze antifasciste per chiedere lo scioglimento del MSI .
Tambroni si incontra con Gronchi e Moro per esaminare la situazione politica.
Interpellanze sui fatti di Genova di Saragat e Nenni. Entrambi propendono per l’apertura della crisi.
Gli approfondimenti vanno parte delle nostre iniziative per il 60° anniversario dai Morti di Reggio Emilia
“Morire in piazza” – Nuova stanza di Livello 9
Uno dei principali progetti portati avanti da Istoreco in questi anni è Livello9, il museo virtuale dei luoghi del ”900 di Reggio Emilia. Il 6 luglio 2020, in occasione della ricorrenza, verrà pubblicata “Morire in piazza”, la nuova stanza digitale dedicata agli episodi di repressione e violenza contro chi manifesta avvenuti nel territorio reggiano.
Il 10 luglio, poi, verrà organizzata una passeggiata storica nel centro cittadino. Il 6 luglio, potrete scoprire i dettagli di “Morire in piazza” sul sito www.livello9.it