Le missioni di collegamento alleate con i partigiani nelle zone occupate dalle truppe nazifasciste, nell’ultimo anno di guerra, costituirono una preziosa fonte d’informazioni per gli eserciti angloamericani che dall’estate del 1943 risalivano faticosamente e sanguinosamente la penisola: di questo ci parla “Messaggi dall’Emilia”, di Massimo Storchi e Marco Minardi.

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Envelope, Envelope Blue, Blondell violet e Silentia erano i nomi in codice delle più importanti missioni di collegamento inglesi nell’Appennino tosco-emiliano che si estendevano nel territorio compreso fra La Spezia e la Romagna.
Poiché lo scopo delle missioni era di fornire informazioni di carattere militare ai comandi alleati a sud della Linea Gotica ogni commando inglese giunto nelle formazioni partigiane dell’Appennino (o nelle città) era dotato di una radio e di un operatore che, con frequenza quasi giornaliera, trasmetteva le novità su movimenti ed entità dei reparti tedeschi e fascisti che transitavano nelle retrovie.
Le centinaia di messaggi che partivano dalle missioni della N. 1 Special Force (l’espressione italiana della Special Operations Executive, i servizi segreti inglesi durante la seconda guerra mondiale) riguardavano le più disparate questioni: ad esempio gli uomini dell’operazione Envelope Blue riferivano il 27 gennaio 1945: «Dopo il recente rastrellamento la situazione nella zona di Piacenza è grave. Che fine abbiano fatto il comando Nord Emilia o il comandante Franchi non si sa … “; oppure da Silentia il 5 aprile 1945: «Il magg. Davies è ancora in dubbio sull’identità delle nuove truppe sul fronte dell’Abetone. Le seguenti informazioni sono state ricevute da un POW (prisoner of war, ndr) interrogato dal cap. Stott (seguono notizie su un battaglione della 188° divisione motorizzata tedesca, ndr)… “.
Non sono che due esempi del tipo di informazioni fornite dagli uomini della N. 1 SF; altre
ancora riguardano l’entità delle perdite delle formazioni partigiane o dei reparti tedeschi e repubblichini, la richiesta di rifornimenti, il numero delle diserzioni, l’efficacia o meno dei bombardamenti ed altro ancora.
I messaggi dall’Emilia, tutta una guerra minuto per minuto come ha detto uno degli autori, ci fanno quindi capire l’importanza che ebbe la lotta partigiana per i comandi militari alleati che combattevano nel nostro Paese: le missioni della N. 1 Special Force furono il quasi indispensabile cordone ombelicale che legava le brigate partigiane del CLNAI agli eserciti alleati che, nell’inverno 1944-45, erano stati costretti a fermarsi a sud dell’Appennino tosco-emiliano proprio quando vedevano ormai prossima la fine della campagna d’Italia e la vittoria sui tedeschi.
Uomini come i maggiori Wilcockson e Davies o come il cap. Lees seppero tenere aperti i
collegamenti fra le due parti, soprattutto durante l’ultimo inverno di guerra quando maggiori furono le difficoltà di sopravvivenza e di organizzazione delle formazioni partigiane.
I due autori ricostruiscono la storia di queste missioni e degli uomini, italiani o alleati, che le portarono a termine con successo.

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