Non vi è periodo della nostra vicenda di popolo e di nazione che sia stato percorso, esplorato e descritto come e quanto quel terribile quinquennio della seconda guerra mondiale che va dal 1940 al 1945 e che coincide con la fase più eroica della Resistenza antifascista.

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Prima in chiave celebrativa e poi con più smagata riflessione critica, storiografi di vaglia o scrittori improvvisati, comandanti o fanti di quel singolare esercito alla macchia che fu il Corpo Volontari della Libertà, hanno consegnato a futura memoria un’enorme mole di testimonianze, di documenti, di volumi e di diari che da soli formano una ricca biblioteca. A riempirne gli scaffali hanno concorso, in notevole misura, le estese ricerche sulla Resistenza reggiana, tra le quali spicca ed eccelle la ponderosa opera di Guerrino Franzini. In essa sembra narrato ed esaurito ogni più minuto dettaglio sulla lotta di liberazione. Eppure, suolo e sottosuolo di quel periodo non è stato ancor tutto scavato. Nel corso del sessantennio nuovi studi, altri saggi, altri interventi hanno proposto nuovi aspetti e nuove fasi del pianeta Resistenza: valga a conferma il prezioso contributo di Teresa Vergalli Annuska con le sue Storie di una staffetta partigiana e valga soprattutto la più importante impresa editoriale del 2005 che va sotto il titolo Venti mesi per la Libertà. Si tratta di un volume di 430 pagine che si impone a prima vista per il pregevole impianto tipografico, per la ricca documentazione fotografica, per l’originale impaginazione, merito dell’editore Bertani di Cavriago. Se poi si considera il contenuto, non è certo con una modesta recensione che se ne può rendere l’ampiezza dei temi e delle informazioni. Basti dire che alla elaborazione dei testi hanno concorso, nell’ordine: Antonio Zambonelli (tre capitoli) Michele Bellelli (tre capitoli) Glauco Bertani, Giuseppe Giovanelli (tre capitoli) Michele Bellelli e Lella Vinsani, (due capitoli) Enrico Galavotti.

Storchipartigiani

Partigiani in Piazza del Monte

Lo consigliamo perché…

Questa serie di autori e la successiva appendice che comprende memorie inedite e le vicende resistenziali riassunte in ordine cronologico, sono già in grado di anticipare il disegno di vasto respiro che costituisce una nuova e più aggiornata della storiografia reggiana su quei venti mesi di fame, di dolore e di sangue. In essa si rivelano “le basi della nostra identità nazionale e democratica”, come afferma Giannetto Magnanini nella sua illuminante prefazione “basi costruite non solo con le armi in pugno ma fin dai lontani primordi della Resistenza antifascista, nella clandestinità, nelle carceri, nell’esilio”. Inoltre, nuova luce viene proiettata sulla deportazione di militari e civili italiani nei lager nazisti; sulle leggi razziali e sul calvario degli Ebrei; sui feroci eccidi perpetrati dai nazifascisti, tanto più estesi e feroci, quanto più andava crescendo la presenza di comunisti, socialisti e cattolici nelle file della resistenza, ivi compresa la partecipazione oscura ed eroica delle donne in prima linea o nelle retrovie. Vi sono capitoli che rimarranno vicende e protagonisti in parte noti. Altri, invece, descrivono ambienti e situazioni inedite, come i crudeli…retroscena della occupazione.