Oggi vi parliamo di un libro unico nel suo genere, nato dalla grande fantasia latino-americana, che ha cambiato il modo non solo di scrivere letteratura, ma soprattutto di leggerla. Stiamo parlando di “Rayuela” o in italiano “Il gioco del mondo” il grande capolavoro dello scrittore franco- argentino Julio Cortàzar.
Chi prende in mano questo libro deve essere consapevole fin da subito che, se vorrà, non ne leggerà solo uno, ma due. Seguendo la tavola di orientamento che viene presentata dall’autore nella prima pagina, ci viene detto che il libro si può leggere in due ordini: il primo libro va infatti dal capitolo 1 al 56, secondo il metodo di lettura più tradizionale; il secondo comincia dal capitolo 73, e segue un ordine, o forse un “disordine”, ben precisato dallo scrittore, che inserisce nel nuovo libro capitoli completamente nuovi e capitoli del primo libro. Ma non finisce qui. Secondo Cortàzar è infatti possibile leggere “Il Gioco del mondo” in un terzo modo, in totale libertà e a discrezione del lettore, inventando ex-novo l’ordine dei capitoli e trovando una terza storia all’interno di questo libro formidabile.
Il romanzo è poi ulteriormente diviso in tre parti: “Dall’altra parte”, “Da questa parte” e “Da tutte le parti”. Il protagonista del romanzo è l’argentino Horacio Oliveira, trasferitosi a Parigi nel 1951, nel quale è impossibile non vedere un autobiografismo dell’autore. Nella prima parte si narra dell’ambiente intellettuale in cui è immerso Horacio e i suoi amici del Club, appassionati di musica jazz e intenti a discussioni che illustrano la concezione della vita di Cortàzar. In questa prima parte emerge la tormentata storia d’amore tra Oliveira e La Maga, un’immigrata uruguayana con ambizioni musicali che porta con sé il figlio neonato Rocamadour Il loro rapporto è molto difficile e terminerà con una separazione, ma la loro storia d’amore lascerà per sempre il segno in Oliveira. Nella seconda parte il protagonista ritorna in argentina dall’amico Traveler e da sua moglie Talita. In questa coppia Oliveira rivedrà se stesso e La Maga, generando scompiglio e arrivando a sostituire completamente l’immagine della Maga a quella di Talita. Infine la terza ed ultima parte contiene vari materiali che racchiudono il pensiero dell’amato scrittore del Club, Morelli, in cui si possono ritrovare riflessioni che appartengono a Cortàzar, e molto spesso utilizzate per interrompere la linearità del romanzo. L’epilogo finale lascia veramente a bocca aperta e con molte più domande che risposte.
Lo consigliamo perché…
Per alcuni è il corrispondente latino dell’Ulysse di Joyce e del suo stream of conciousness, ma sono due opere che nascono da un contesto e da una cultura molto diversa, e proprio per questo è inutile fare un confronto simile. È una vera sperimentazione non solo a livello strutturale, ma anche lessicale, che con l’invenzione del Gliglico, un nuovo linguaggio di invenzione della Maga, porta direttamente l’autore nel novero degli onomaturgi. Un libro che senza dubbio mette alla prova i lettori, assolutamente unico nel suo genere, sempre capace dal 1963 fino ad oggi di sovvertire i canoni classici della letteratura e non solo, arrivando ad osare dove nessuno prima aveva mai osato nella scrittura di un romanzo, ma anche e soprattutto nel richiedere una risposta ai lettori di tutto il mondo. Perché, proprio come sosteneva Miguel De Unamuno, un romanzo per essere completo non può essere solo scritto, ma deve essere letto. L’esempio calzante lo abbiamo proprio con “Il Gioco del mondo”.
Ma questo Gioco del Mondo o Rayuela che cos’è? Quello che in Italia è più noto con il nome di “Settimana” o “Campana”, in cui i bambini lanciano una pietra e fanno attenzione a non pestare le righe delle caselle, saltellando.
E forse è così. Forse la vita è un gioco per bambini.