«Mi dico ebreo, tengo al mio ebraismo perché è indistruttibile in me la coscienza monoteistica, che forse nessun’altra religione ha espresso con tanta nettezza; perché ho vivissimo il senso della mia responsabilità personale e quindi della mia ingiudicabilità da altri che dalla mia coscienza e da Dio; perché mi ripugna ogni pur larvata forma d’idolatria; perché considero con ebraica severità il compito della nostra vita terrena, e con ebraica serenità il mistero dell’oltretomba; perché amo tutti gli uomini come in Israele si comanda di amare, come anzi in Israele non si può non amare, e ho quindi quella concezione sociale che mi pare discenda dalle nostre migliori tradizioni; perché ho quel senso religioso della famiglia che, a chi ci guarda dal di fuori, appare veramente come una fondamentale e granitica caratteristica della società ebraica». (Nello Rosselli, Intervento al convegno giovanile ebraico, novembre 1924)

 

a – 1831: gli eventi rivoluzionari portano all’abrogazione di norme antiebraiche del codice estense.

 

b – 1859: II guerra d’indipendenza. Nei domini estensi annessi al Regno di Sardegna gli ebrei ottengono la definitiva emancipazione.

c – Decine di ebrei reggiani parteciparono in vario modo al Risorgimento. Qui sopra: Cimitero ebraico di Via della Canalina. Lapide di Leopoldo Ravà, già volontario con Garibaldi nel Trentino, caduto a Mentana nel 1866. (Foto Valeria Montorsi)