Oltre 90 studenti che frequentano le classi quinte delle scuole secondarie di primo grado di Albinea e Borzano hanno ricevuto questa mattina, dalle mani del sindaco Nico Giberti, il volume “Razza di Stato”. La pubblicazione, sapientemente realizzata da Istoreco, ripercorre i passaggi che 80 anni fa portarono alla promulgazione delle leggi razziali in Italia. Il testo rappresenta una fondamentale testimonianza di memoria grazie alla quale poter toccare con mano cosa significhi la parola “discriminazione”.

“Razza di Stato” ricostruisce le tappe che condussero all’istituzionalizzazione del razzismo attraverso documenti, riferimenti normativi e testimonianze dei sopravvissuti riguardanti anche la provincia di Reggio.

Alla consegna, avvenuta Istituto Comprensivo Ludovico Ariosto di via Salvatore Quasimodo, erano presenti, oltre al primo cittadino, l’assessore alla Scuola Mirella Rossi e la dirigente scolastica Antonella Cattani. Ad illustrare agli alunni il contenuto della pubblicazione ci ha pensato Giulia Cocconi di Istoreco che è stata una delle curatrici dell’opera.

“La Giornata della Memoria serve a ricordare uno dei momenti più tragici della nostra storia che ci sembra così lontano, ma in realtà resta molto attuale anche oggi – ha detto agli alunni il sindaco Giberti – Le razze non esistono scientificamente, così come non dovrebbe esistere il razzismo. Le differenze tra le persone, che molto spesso oggi vengono sottolineate per metterci gli uni contro gli altri, non sono reali, ma sono solo nella nostra mente. Crescete – ha proseguito rivolto ai ragazzi – senza avere paura di conoscere e scoprire chi avrete di fronte a voi, qualsiasi sia il colore della sua pelle, il suo credo religioso, la sua cultura e il suo aspetto fisico. 80 anni fa con le leggi razziali, da un giorno all’altro, gli ebrei furono cacciati dalle scuole e furono messi ai margini della vita sociale del Paese, per poi essere deportati. Non catalogate mai le persone e non permettete che questo avvenga. Questo comportamento dovete metterlo in pratica – ha concluso – in ogni vostra azione quotidiana”.

Cocconi ha anche raccontato la vicenda che ebbe come protagonista un’ebrea reggiana, Ida Liuzzi, alla quale è stata dedicata una pietra d’inciampo in via Roma, e Zelinda, una residente di Borzano. Ida era ebrea, ma le fu permesso comunque di mantenere al suo servizio, come governante, l’”ariana” Zelinda. Quando iniziarono gli arresti e le deportazioni, Zelinda nascose Ida nel suo fienile per proteggerla. Purtroppo le condizioni di salute dell’anziana erano precarie e la donna morì nel nascondiglio a Borzano.