C’è un nuovo cinema a Reggio Emilia. Si chiama Cinemobile e lo vedremo transitare da lunedì 2 a venerdì 6 ottobre per portare – grazie a un furgoncino elettrico – il cinema gratuito in luoghi insoliti ma anche molto simbolici della città, e non solo. E soprattutto raccogliere il pubblico attorno a un film, per affermare il tema della pace e delle nuove resistenze. Una scommessa su una forma di cinema diversa, un ritorno alla visione dei film come momenti di incontro e di scambio di idee tra le persone.

Cinque appuntamenti curati dall’Arci insieme a Comune di Reggio Emilia, Assessorato alla Partecipazione, e Istoreco, realizzati grazie al sostegno della Regione Emilia-Romagna, al supporto tecnico di Til e alla collaborazione dei Comuni di Albinea e Cadelbosco di Sopra, di Stu Reggiane, dei centri sociali Orologio e Buco Magico, Comitato Ascoltare Santa Croce, le associazioni As Fa Tot e Casa d’Altri.

Il progetto propone un’esperienza culturale inedita quanto ambiziosa: il furgone elettrico, come una sala itinerante, viaggerà su gomma verso luoghi inconsueti, dove con un agile movimento meccanico si trasformerà in un microcinema compatto e completamente autoalimentato, con tutto quello che serve per una proiezione coi fiocchi: schermo, casse e persino i popcorn! Gli spettatori sono invitati a portare la sedia da casa. L’organizzazione metterà comunque a disposizione qualche seduta in caso di necessità.

Il percorso del Cinemobile, piccolo cinema resistente, si arricchisce di senso tappa dopo tappa, andando ad attivare esperienze di “rigenerazione urbana a base culturale” in grado di modificare la percezione degli spazi e costruire nuove narrative territoriali, trasformando sempre più contesti in ambienti di cultura e condivisione, dove la cittadinanza è accompagnata in un percorso di formazione e acquisizione di consapevolezza sui valori della pace, dell’uguaglianza, dell’inclusione e dello scambio.

I contenuti proposti sullo schermo vanno a toccare i temi delle nuove resistenze che stanno guidando le persone alla ricerca e alla costruzione di un futuro di pace, dall’attivismo per l’ambiente alla parità di genere fino alla tutela delle comunità lgbtqia+, passando per le lotte all’abilismo, al razzismo e alle discriminazioni tutte.

La rassegna prende il via lunedì 2 (tutte le proiezioni inizieranno alle 19) dai resti del Muro di Berlino che il Comune di Albinea custodisce da 24 anni accanto alla scuola Pezzani in via Caduti della Libertà. Qui, dopo il saluto del sindaco Nico Giberti e di un rappresentante di Istoreco, sullo schermo che si erge dal pianale del Cinemobile sarà proiettato Jojo Rabbit, il film del 2019 scritto e diretto da Taika Waititi tratto dal romanzo Il cielo in gabbia di Christine Leunens, premio Oscar e BAFTA come migliore sceneggiatura.

Martedì 3 al parco dedicato al pacifista e ambientalista Alex Langer, in via Danimarca a Reggio Emilia, La donna elettrica di Benedikt Erlingsson, che racconta la storia di Halla, semplice direttrice di un coro di paese che lotta contro le contro le multinazionali che stanno devastando la sua terra, la splendida Islanda. Un manifesto di lotta ironico ma concreto nel Giardino, all’interno del parco del Diamante nel quartiere Orologio, divenuto sempre più luogo di ispirazione sui temi della pace e dell’ambiente, della valorizzazione di temi naturalistici e storico-culturali.

Allo Skatepark del Parco Innovazione, alle ex Reggiane mercoledì 4 andrà in scena La diseducazione di Cameron Post di Desiree Akhavan, Gran premio della giuria al Sundance Film Festival. Il film, presentato anche alla Festa del Cinema di Roma, racconta della giovane Cameron Post, sorpresa a baciarsi con una ragazza durante il ballo della scuola e per questo spedita in un centro religioso dove una terapia di conversione dovrebbe “guarirla” dall’omosessualità.

Inclusione, diversità e adolescenza sono le parole d’ordine del film d’animazione La mia vita da Zucchina che sarà proiettato a Cadelbosco di Sopra, in piazza John Lennon, giovedì 5 è un’opera prima di animazione diretta da Claude Barras e scritta da Céline Sciamma, un minimale romanzo di formazione che, in poco più di un’ora, riesce a costruire un mondo e a descrivere il dramma disagiato del crescere e la forza che porta a superare traumi e difficoltà.

Venerdì 6 al parco Mandela (ingresso dal Centro Sociale Buco Magico) tocca a Non sposate le mie figlie. I principi di tolleranza, integrazione e apertura hanno guidato i genitori Claude e Marie Verneuil nell’educazione delle proprie figlie, ma tutto cambia quando la primogenita decide di sposare un musulmano, la seconda un ebreo e terza un cinese. 

«Costruire ponti, unire linguaggi, occupare spazi nuovi e contaminare contesti – spiega Daniele Catellani, presidente di Arci – sono alcune delle azioni che vogliamo intraprendere con il Cinemobile resistente. La stessa natura delle attrezzature impiegate per il trasporto e la proiezione, autoalimentate con energia pulita, è un messaggio di resistenza e cura per un ambiente sempre più vessato dal comportamento umano».

«Il Cinemobile itinerante – commenta Lanfranco de Franco, assessore alla Partecipazione – offre l’opportunità di promuovere connessioni tra persone attraverso la magia della narrazione cinematografica. Riconoscendo l’essenza cooperativa del cinema, sono state promosse collaborazioni con i centri sociali e le organizzazioni attive sui territori per favorire il coinvolgimento delle comunità e dei quartieri. Ancora una volta la cultura diffusa consente di rinsaldare i legami attraverso il dialogo, il confronto e la condivisione di valori positivi, per una società più armonica e inclusiva».

 

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