Il 5 aprile 1992 una folla di 100 mila persone sfila a Sarajevo per opporsi alla guerra che, scoppiata l’anno precedente in Jugoslavia con le secessioni di Slovenia e Croazia, sta da settimane divampando anche in Bosnia.

La data non è scelta a caso: è la vigilia del 6 aprile, anniversario del bombardamento di Belgrado e dell’invasione nazifascista del ’41, e della liberazione, il 6 aprile ’45, di Sarajevo da parte dell’Armata Popolare Jugoslava.

I partecipanti, che appartengono a tutte le nazionalità, esibiscono infatti ritratti dell’ex presidente Tito, e rivendicano la comune identità jugoslava contro le politiche separatiste dei partiti nazionalisti al governo.

Quando il corteo si appresta ad attraversare la Miljacka, il fiume che attraversa Sarajevo, imboccando il ponte di Vrbanja, dal palazzo dell’hotel Holiday Inn, sede del Partito Democratico Serbo, alcuni cecchini aprono il fuoco sulla manifestazione causando la morte, tra gli altri, di Suada Dilberovic e di Olga Sucic, alle quali il ponte verrà in seguito dedicato.

E’ l’inizio dell’assedio che causerà 11 mila morti e oltre 50 mila feriti, e che si protrarrà fino al 29 febbraio 1996, ottenendo il triste primato di assedio più lungo della storia moderna.

Testo di Andrea Mainardi

Foto di Mario Boccia

 

LE IMMAGINI DELL’EPOCA, CORTESIA DI MARIO BOCCIA

Il 5 aprile 1992 iniziava a Sarajevo quello che sarebbe diventato l’assedio più lungo della storia moderna.
A trent’anni di distanza ricordiamo quegli oltre mille giorni di un dramma consumatosi a trecento chilometri dalle coste italiane, con le fotografie che ci ha generosamente messo a disposizione Mario Boccia, fotografo e giornalista che con i suoi scatti ha saputo raccontare la tragedia della guerra, sempre vissuta dalla parte delle vittime civili e contro gli opposti militarismi.