Inizierà il 19 novembre il percorso delle terze medie dell’Istituto comprensivo di Novellara che porterà alla posa di quattro pietre d’inciampo nel gennaio 2020.
Il progetto, promosso da Istoreco, Istituto per la Storia della Resistenza e della Società contemporanea in provincia di Reggio Emilia, farà conoscere agli studenti la storia di quattro novellaresi che, per motivazioni diverse, persero la vita durante la seconda guerra mondiale, dalle persecuzioni razziali alle conseguenze del conflitto sulla popolazione militare e vicile.
Le pietre, posate sia nel centro storico che nelle frazioni, saranno infatti dedicate ai tre IMI (internati militari italiani) Vittorio Busana, Giacomo Baccarani, Guido Ghiacci, e al cavalier Carlo Segrè, di cui il Comune ha acquisito nel 2006 le carte e le lettere, documentazione preziosissima per conoscere la situazione della comunità israelitica novellarese. Segrè, in un primo tempo sostenitore del fascismo, si tolse la vita il 6 giugno 1939 dopo la promulgazione delle leggi razziali, «addolorato per la perdita di dignità e nel timore che tali provvedimenti potessero coinvolgere anche i figli», di religione cristiana.
Per onorare la memoria di questi quattro novellaresi nell’ultimo luogo in cui hanno potuto vivere liberi, verranno posate quattro pietre d’inciampo. Si tratta di un cubo di ottone di poco più di 10 cm, sistemato in modo da sporgere leggermente dall’asfalto, così da far inciampare i passanti. Chinandosi, troveranno incisi il nome della persona ricordata e qualche dettaglio anagrafico.
Questa idea di monumento collettivo nasce dall’artista tedesco Gunther Demning, che in oltre vent’anni ha posato decine di migliaia di pietre in tutta Europa.
“È un gesto di alto valore civile”, afferma il Sindaco di Novellara Elena Carletti. “È un impegno del Comune di Novellara per la memoria dei cittadini che sono stati vittime della guerra e della sua barbarie, vittime prima di tutto dell’indifferenza che oggi sembra tornare a farla da padrona. Come antidoto all’odio scegliamo di ricordare i novellaresi che hanno pagato con la vita l’appartenenza ad una etnia o ad una nazione. L’apporto degli studenti delle scuole medie, che studieranno le loro biografie, li farà simbolicamente tornare in vita e farà risuonare le loro vite fra le vie del loro paese”.