In vista della doppia presentazione di giovedì 6 aprile, ore 17.45, presso la biblioteca di Istoreco “Ettore Borghi”, oggi vi presentiamo il libro di memorie del più giovane gappista reggiano: “Non eravamo terroristi”, del partigiano Giglio “Alì” Mazzi.

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L’opera, edita dall’Istituto Cervi, è un racconto con un protagonista assoluto: il partigiano Alì, gappista fuori dagli schemi e dalle convenzioni. E due comprimari, dichiarati provocatori, di generazioni diverse, che agitano le acque di una memoria irrequieta, ma inflessibile nel saldo morale della Resistenza. La dedizione alla memoria antifascista accomuna il combattente, il ricercatore e lo storico. Soggetti mai alla pari in un racconto ibrido tra narrazione ed osservazione, tutti animati dall’urgenza di appartenere a una storia difficile, di uomini e di donne in tempi fuori dall’ordinario.
La guerra e il diritto alla pace; la violenza e la paura; la vita e la morte, salvezza ed oblio. Nessuna reticenza, nessuna domanda scomoda risparmiata. Le differenze messe in luce in questo confronto diretto e asimmetrico, ma sempre, in ogni caso, dalla parte dei partigiani.

Giglio Mazzi “Alì” nasce a Campogalliano di Modena il 18 febbraio 1927. Famiglia operaia e molto povera, sono spesso costretti ad emigrazioni nel reggiano e modenese, fino a stabilirsi definitivamente a Reggio Emilia nei primi anni ’30. Il padre Adriano paga le proprie idee socialiste con persecuzioni e percosse da parte dei fascisti locali, così come altri membri della famiglia.
Mentre Giglio cresce nell’indigenza, conseguendo il diploma di avviamento professionale, arriva la guerra, l’Armistizio, l’occupazione tedesca e la Resistenza, cui Giglio aderirà giovanissimo nel luglio 1944, prima nella Brigata SAP e successivamente inquadrato nel Distaccamento GAP “Katiusca”, attivo nella zona est della Via Emilia a ridosso della città, dove la famiglia era sfollata per i bombardamenti su Reggio Emilia, tra Castellazzo, Rubiera e la pedecollina.
Ferito in battaglia in una drammatica azione nel capodanno del 1945, proseguirà dopo la convalescenza l’esperienza partigiana di prima linea fino alla Liberazione, nella 37° Brigata GAP “Vittorio Saltini”.
Alla fine della guerra, Giglio Mazzi viene inserito nel Corpo di Pubblica Sicurezza Ausiliaria presso la Questura di Reggio, dalla quale uscirà dopo la sistematica epurazione degli ex partigiani dal corpo di Polizia, a partire dal 1947.
Successivamente si iscrive al Partito Comunista e guida la sezione dell’ANPI di Villa Ospizio per circa trent’anni. Diventa ragioniere nel 1950 e consegue la laurea in Economia e Commercio nel 1954. E’ stato dirigente nel movimento Cooperativo per oltre 15 anni. Continua tutt’ora la professione di consulente finanziario.

L’autore sarà ospite della biblioteca “Ettore Borghi” di Istoreco giovedì insieme ad un altro autore, questa volta di un saggio sui gappisti: Luigi Borgomaneri che presenterà il suo “Li chiamavano terroristi. Storia dei Gap milanesi”, edito da Unicopli. L’incontro rappresenterà un’occasione importante per discutere sulla storia del gappismo urbano, come quello milanese, e rurale nella provincia di Reggio. L’incontro sarà moderato da Mariachiara Conti.

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