Bentornati alla nostra rubrica del martedì! Oggi, in occasione della XI Settimana della Salute Mentale a Reggio Emilia, vi proponiamo un libro sui progressi vissuti dalla scienza medica e psichiatrica durante la prima guerra mondiale nel territorio dell’Emilia-Romagna: Una regione ospedale: medicina e sanità in Emilia-Romagna durante la prima guerra mondiale, a cura di Fabio Montella, Francesco Paolella e Felicita Ratti, Bologna CLUEB, 2010.
E’ indubbio che ogni conflitto bellico generi morte e desolazione, ma, paradossalmente, esso è spesso in grado anche di offrire opportunità e risvegliare forze vitali assolutamente inaudite. La prima Guerra Mondiale ne è un esempio emblematico. Rappresentando una cesura importantissima nella storia dell’umanità, la Grande Guerra non solo ha falciato le vite di milioni di persone, ma, allo stesso tempo, ha messo in moto dei meccanismi unici, per i quali è stato possibile uno sviluppo della conoscenza, soprattutto nel campo medico, mai sperimentato prima. Il libro che vi consigliamo oggi offre una panoramica bellissima sull’evoluzione della scienza medica, dalla chirurgia alla neuro-psichiatria e alle tecniche di riabilitazione per mutilati, prendendo in esame il nostro territorio. L’Emilia-Romagna divenne infatti “una regione ospedale”, in quanto le necessità belliche la trasformarono in un attivo e strutturato centro di cura, dotato di regole e caratteristiche ben precise.
Suggeriamo questo libro perché…
L’idea che ai soldati debba essere garantita un’adeguata assistenza sanitaria e psicolgica non è affatto scontata. E’ interessante vedere come questa logica sia di fatto nata nel contesto della prima guerra mondiale in cui, data la ferocia e il lungo protrarsi del conflitto, la salute fisica e mentale di ogni uomo era diventata importante per un’intera nazione.
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