Entrare nel mondo che Ermes Grappi evoca in queste pagine autobiografiche è un’avventura appassionante, proprio come quella del protagonista: un reggiano nato durante il fascismo, che ha vissuto le guerre mussoliniane e partecipato alla Resistenza, e che nell’immediato dopoguerra ha aderito al Partito Comunista Italiano. Ermes Grappi ha vissuto tutti i passaggi chiave degli anni Cinquanta del Novecento, prima come dirigente della FGCI poi del partito stesso, arrivando ai ferri corti con la segreteria di Onder Boni alla vigilia della Conferenza regionale comunista, nel 1959, che ridisegnerà il partito negli anni a venire. La scelta di Ermes Grappi nella sua travagliata drammaticità lo portò in altre direzioni. Fuori dall’apparato, ma non fuori dal partito, come efficacemente sintetizza la copertina. Questo racconto autobiografico, affidato ai nastri magnetici di Alfredo Gianolio e curati per la stampa da Glauco Bertani, è accompagnato da un accurato apparato di note che ne fa anche un pezzo di storia del Novecento. I due piani si intrecciano, ma non si sovrappongono, lasciando al lettore il piacere della scelta.
ERMES GRAPPI, La mia vita nel Novecento dalla Resistenza ai vertici del PCI reggiano, a cura di Glauco Bertani, introduzione di Alfredo Gianolio, Corsiero editore, Reggio Emilia 2016, pp 17,00 euro