In occasione dell’anniversario della scomparsa di Papà Alcide Cervi (morto nella notte tra il 26 e il 27 marzo 1970) e nell’anno in cui si celebra l’ottantesimo anniversario della nascita della Resistenza, verrà presentato in anteprima a Casa Cervi “I miei sette padri”, il docufilm diretto da Liviana Davì, che racconta l’eredità dei sette Fratelli Cervi attraverso lo sguardo di Adelmo Cervi, figlio di Aldo, caduto, insieme ai suoi fratelli e a Quarto Camurri, nella rappresaglia del 28 dicembre 1943. L’appuntamento è dalle 16.30 di domenica 26 marzo a Casa Cervi, per un’iniziativa a ingresso libero.

“I miei sette padri” racconta la storia dei sette Fratelli Cervi attraverso gli occhi di Adelmo e il suo rapporto con la memoria di un padre partigiano che non ha mai conosciuto: il suo lutto privato messo a disposizione della memoria pubblica e la sua personale ricerca di un ‘senso’ e di un’appartenenza tra frammenti di terra e schegge di memoria, in un cortocircuito tra ricordi individuali e storia collettiva.

La pellicola è impreziosita da alcune testimonianze inedite della famiglia Cervi, tra cui l’intervista a Papà Alcide Cervi conservata dalla Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia. La famiglia e le voci dei familiari sono al centro di questo film, che vuole far riflettere sulla straordinaria e tragica storia della famiglia Cervi, diventata mito e patrimonio collettivo,

attraverso le voci e la memoria dei famigliari innanzitutto. Nel film la testimonianza di Adelmo Cervi e la voce di Papà Alcide Cervi sono parte di un racconto corale familiare: l’iniziativa della proiezione sarà per questo occasione per riflettere sulla valorizzazione delle testimonianze di memoria famigliare attraverso documenti ancora sconosciuti e preziosi.

PROGRAMMA

  • Ore 16,30 – Saluti istituzionali: Luca Vecchi (sindaco di Reggio Emilia) e Luca Bosi, (vicepresidente Istituto Alcide Cervi)
  • Ore 17 – Presentazione film di Liviana Davì e saluto di Adelmo Cervi
  • Ore 18 – Dibattito con Mirco Zanoni (coordinatore culturale Istituto Cervi) e Alberto Ferraboschi (responsabile biblioteca Panizzi di Reggio Emilia)

 

LA LOCANDINA

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