In coincidenza con lo sciopero di Milano, Torino, Genova hanno luogo varie astensioni. A Montecavolo viene bloccato un pullman della SARSA e due militi che si trovavano sul mezzo vengono aggrediti e disarmati dalla popolazione che, aderendo allo sciopero, stazionava sulla strada. Per rappresaglia il paese fu messo a soqquadro e varie decine di persone arrestate. Il Capo della province con apposito decreto, ordina la chiusura temporanea degli esercizi pubblici di Montecavolo e il sequestro di tutti gli apparecchi radio; infligge inoltre a la popolazione una multa di L. 50.000.
Cadelbosco Sopra
In coincidenza con lo sciopero, a Cadelbosco Sotto, viene reciso il cavo telefonico internazionale e vengono segati pali telefonici in varie località dlla Bassa.
02 San Martino in Rio
Alcuni militi della G.N.R. tentano di arrestare un gappista che ne uccide uno e ne fersice un altro. Benché ferito riesce a fuggire.
03 Gavassa (Reggio Emilia)
Gappisti esplodono alcuni colpi d’arma da fuoco contro il Commissario fascista di Gavassa senza colpirlo. Il Capo della provincia con altro decreto, vieta la circolazione dei cittadini dopo l’imbruninire in tutta Ia provicia e dispone che sia aperto il fuoco senza preavviso contro i trasgressori.
08 Monterotondo (Modena)
A Monterotondo (MO) ha luogo un combattimento tra partigiani reggiano-modenesi e truppe fasciste.
09 Reggio Emilia
Interruzione simultanea delle linee telefoniche in varie località ad opera dei G.A.P. Il movimento gappista (1° marzo) si organizza in Brigata.
“Il Solco fascista” pubblica, il giorno seguente, un comunicato contro i sabotaggi, minacciante “drastiche misure, giuste e legittime da parte delle autorità militari germaniche”
14 Calizzo (Villa Minozzo)
Scaramuccia a Calizzo tra militi e partigiano reggiano-modenesi.
Reggio Emilia
Gappisti sparano su un gruppo di militi che si trovano all’interno di un’osteria nei pressi della città ferendone uno e uccidendone un secondo.
Le autorità fasciste segnalano che “ignoti sabotatori” hanno interrotto la linea telefonica tedesca tra Reggio e Moglia.
Gualtieri
Alcuni soldati del 130° Battaglione Genio mentre marciavano inquadrati nel loro reparto verso Gualtieri, cantarono “Bandiera Rossa”. Furono puniti un ufficiale e alcuni sottufficiali, mentre quattro soldati furono ritenuti colpevoli.
15 Gatta-Cerrè Sologno
Sabotaggio al ponte di Gatta, disarmo del presidio fascista in detta località e combattimento a Cerrè Sologno favorevole ai partigiani.
Le formazioni reggiano-modenesi si scontrano con una compagnia mista di tedeschi e fascisti. Contemporaneamente una squadra di partigiani disarma 10 militi di un posto di guardia situato presso Gatta e fa saltare un’arcata del ponte in muratura. Poche ore dopo le forze partigiane, riunite a Cerrè Sologno, battono clamorosamente i nazifascisti che riportano le perdite di 10 morti, 22 prigionieri ed un numero imprecisato di feriti. Perdite partigiane 7 morti (Gaetano Bedeschi e Nicola Franceschini, i modenesi Walter Zetti, Azelio Rinfranti, Tullio Bertoni e Gerardo Albicini, il barese Luigi Bosco)
– In Val d’Enza compariva una nuova formazione partigiana di circa 18 uomini comandata da William (Massimiliano Villa). Alla fine di marzo, nella stessa zona giunse dalla pianura un secondo gruppo di partigiani guidato da Brenno (circa dieci uomini).Giunto a sua volta con il suo gruppo, Eros provvide ai collegamenti ed assunse la direzione della lotta in quel settore della montagna.
20 Cervarolo-Civago-Val d’Asta
Rastrellamento in Val d’Asta, Monte Orsaro. Paracadusti tedeschi della “Goering” provenienti dal modenese e fascisti inviati da Reggio Emilia investono la zona Cervarolo-Civago. In Civago provocano tra i civili tre morti e un ferito; quindi si abbandonano al saccheggio ed all’incendio. Venti case risultano distrutte e trenta danneggiate. Subito dopo saccheggiano ed incendiano Cervarolo, ove uccidono 24 civili, tra cui il parroco del luogo (i fratelli Egisto e Marco Alberghi di 18 e 26 anni, i fratelli Alfredo, Emilio e Giacomo Alberghi di 58, 60 e 65 anni. Mauro Alberghi di 69 anni, Cesare Borea di 84 anni, Adolfo Croci di 43 anni, Ennio Costi di 45 anni e il di lui figlio Lino ventenne, Remigio Fontana di 82 anni, Armido Ferrari di 18 anni, Paolo Fontana di 67 anni, Amerigo Genesi di 60 anni, Sebastiano Maestri di 68 anni, don Giovanni Battista Pigozzi di 63 anni, Gaetano Paini di 75 anni e il di lui figlio Pio di 42 anni, Antonio Rovali di 84 anni paralitico ed i suoi figli Italo e Celso di 17 e 48 anni, Dino Tazzioli di 24 anni. Agostino Vannucci di 58 anni e il di lui figlio Giovanni di 34 anni).
I partigiani vengono a trovarsi in una situazione drammatica e si frazionano per sfuggire all’annientamento. Questo fatto pone fine all’unità d’azione tra le formazioni di Reggio e Modena. I distaccamenti si ricostituiranno nell’aprile, ma alle dipendenze di rispettivi comandi provinciali. Collaboreranno però saltuariamente, a seconda delle necessità belliche.
I paracadutisti della “Goering” nel corso del rastrellamento “totale” di fine marzo si accaniscono contro la popolazione di Cervarolo e Civago. ventiquattro civili uccisi e i paesi incendiati. Mai si era vista fino a quel momento nel Reggiano una così atroce rappresaglia.
23
Attentato gappista in via Rasella a Roma: 32 soldati tedeschi delle SS perdono la vita; Hitler ordina una feroce rappresaglia. L’eccidio avverrà qualche ora dopo nelle cave delle Fosse Ardeatine e costerà la vita a 335 civili.
29
Togliatti, arrivato a Napoli il 27 marzo dopo diciotto anni di esilio, annuncia che la scelta istituzionale (monarchia o repubblica) andrà affrontata dopo la liberazione e invita tutte le forze antifasciste a operare con il massimo sforzo per il raggiungimento di questo obiettivo.
– Viene costituita una brigata GAP (poi 37a). Nella seconda metà di marzo nasce l’organizzazione sussidiaria chiamata “paramilitare”. Ha il compito di organizzare e accompagnare i reclutati in montagna servendosi di staffette, guide e case di appoggio. I viaggi erano notturni su sentieri poco battuti.
– In quei giorni doveva scadere il termine per la presentazione alle armi dei giovani chiamati a far parte dell’esercito fascista. Perciò si stava preparando una grossa spedizione di reclute. Era stato deciso dal CLN e dal PCI di dare alle formazioni una direzione solida. Didimo Ferrari “Eros” e Riccardo Cocconi “Miro” avevano l’incarico di guidare assieme ai modenesi il movimento partigiano della montagna e di costituire non appena possibile un comando reggiano. Vennero formati tre distaccamenti e a fianco di ciascun comandante posti per la prima volta i Commissari.
– In campo fascista, nella prima metà di marzo annuncio della prossima costituzione di Servizi ausiliari femminili; nomina di commissari prefettizi in 21 comuni della provincia; disposizioni per la visita e la confisca di cavalli e muli; apertura delle domande di arruolamento nella costituenda “compagnia della morte”.