Una passeggiata nel centro di Reggio per ricordare uno dei più violenti atti fascisti degli anni ’20 e la tristissima morte di un militante coraggioso. Si è tenuta mercoledì 28 giugno 2023, in occasione del centesimo anniversario dall’assassinio di Giuseppe Maramotti e dell’incendio della Camera del Lavoro per mano fascista, avvenuto nella notte tra il 27 e il 28 giugno 1923. Un’iniziativa partecipata, promossa da Cgil Reggio Emilia, Centro Sociale Gattaglio e Istoreco, pensata per mettere nuova attenzione su due vicende strettamente legate fra loro. Le fiamme appiccate dai fascisti vengono spente da diversi militanti sindacali, e fra questi potrebbe esservi stato anche Giuseppe Maramotti, operaio residente al Gattaglio, che nella mattina del 28 giugno viene poi aggredito e ucciso a bastonate sul posto di lavoro alla fornace Terrachini. L’assassinio è una “punizione” per il ruolo di Maramotti nei soccorsi, oltre che per il suo ben noto impegno antifascista.

Si parla di una delle ultime e più dure azioni repressive compiute dai fascisti nel territorio reggiano durante l’avvio degli anni ’20, il periodo che porterà poi alla presa del potere di Mussolini.

La passeggiata guidata, partita nel tardo pomeriggio davanti al municipio in piazza Prampolini, ha visto tappe in via Farini, via Mameli e via Digione prima di concludersi in via del Gattaglio, dopo un tragitto di circa 2 km. In ogni fermata, Alessandro Incerti e Matthias Durchfeld di Istoreco hanno raccontato le varie fasi della vicenda, ricostruito la biografia di Maramotti, contestualizzato il periodo e distribuito immagini e scansioni di giornali e documenti dell’epoca.

Come ultimo atto, sulla parete del Centro sociale Gattaglio è stata inaugurata una targa in memoria di Maramotti alla presenza di alcuni parenti fra cui il nipote Renzo Maramotti, che ha così omaggiato il proprio nonno. Con lui, a svelare l’insegna, il presidente di Istoreco Arturo Bertoldi, il presidente del centro sociale Graziano Cuna e Luca Chierici della segreteria provinciale della Cgil, che ha ricordato le tante similitudini fra gli assalti fascisti alle sedi sindacali di un secolo fa e le tante aggressioni registrate in questi ultimi anni e in questi ultimi mesi. Un ammonimento alla massima attenzione e alla tutela delle realtà a difesa dei lavoratori e dei valori democratici. Al termine, un brindisi e un rinfresco in compagnia.

GIUSEPPE MARAMOTTI (22/4/1889 – 28/6/1923)

Originario di Pieve Modolena più tardi si trasferisce nel quartiere Gattaglio e vive nei pressi del borgo di fronte al cimitero monumentale con la moglie e due figli. Militante socialista conosciuto della zona, attivo nel movimento sindacale e frequentatore della cooperativa del quartiere. Soldato nella Prima guerra mondiale, arruolato nel 1915 viene congedato solo il 12 luglio 1919 dopo aver combattuto sui fronti del Carso e del Piave. Tra il 1919 e il 1923 lavora a Porta Castello nella fornace Terrachini e con l’emergere del fascismo finisce rapidamente sotto le attenzioni degli squadristi, più volte viene sottoposto a minacce, aggressioni e umiliazioni. Il 28 giugno 1923 alcuni fascisti gli tengono un agguato sul suo posto di lavoro, lo accusano di essere tra i tanti accorsi la sera precedente per spegnere l’incendio, appiccato dagli squadristi, della Camera del Lavoro di via Farini. Dopo pochi minuti, viene aggredito a bastonate. Trasferito d’urgenza all’ospedale muore in ambulanza per una ferita aperta al cranio.

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