8 aprile 1921 – Dalla relazione del prefetto Berti al Ministero degli Interni*
…Alle ore 18 un nucleo di fascisti si recò alla stazione delle Ferrovie secondarie Reggio-Ciano…penetrarono nel piazzale interno, nonostante la presenza di un reparto dei RR.CC. [Regi Carabinieri] ivi comandati, altri stazionarono sul piazzale esterno e lungo il viale. Quelli sul piazzale interno cominciarono a visitare le vetture del treno e vi fu uno scambio di parole. Il capostazione ritenne prudente per evitare ulteriori incidenti di far partire il treno, e quando questo si mise in moto, da una vettura un individuo esplose dei colpi d’arma da fuoco, uno dei quali colpì all’addome il giovane fascista Davolio di anni 17 da Rolo, studente del 2°anno dell’Istituto Tecnico, che si trovava vicino al treno.
I carabinieri arrestarono un individuo certo Cagossi Ulderico… nato a Novellara il 18 aprile 1879…che si era dato alla fuga ritenendolo l’autore del mancato omicidio nella persona del Davolio. Mentre un autolettiga della Croce Verde trasportava il ferito all’ospedale e l’arrestato si traduceva in caserma, i fascisti eccitati dal sapere un loro compagno moribondo entrarono di corsa in città e proseguirono, non essendo riuscito ad alcun agente fermarli e si diressero alla Camera del Lavoro il cui portone era chiuso.
Mentre alcuni attraverso il caffè Roma da una finestra tentarono di penetrare nel cortile, l’anarchico Gobbi Torquato, ignorando quello che avveniva all’esterno, volle uscire dal locale aprendo la porta principale. Fu colpito alla testa e buttato a terra. I fascisti allora penetrarono dal portone ed invasero gli uffici devastando i mobili ed infrangendo vetri e vetriate, strumenti, lampade e gettarono dalle finestre nella sottostante via Farini, via Serra [via don Minzoni] e nel cortile del palazzo, carte, registri, schedari, sedie e residui di mobili, mentre altri appiccavano il fuoco.
Sopraggiunto un rinforzo di RR.CC. rincorsero i devastatori che poterono sottrarsi con la fuga meno due sorpresi ed arrestati da funzionari di P.S., cioè: Corradi Gildo di Quinto e Ferretti Clelio, nato a Ciano il 15 luglio 1906; Gambarini Giuseppe …nato a Salsomaggiore il 6 maggio 1901 che furono trovati in possesso, il Corradi di un portavoce da telefono e una borsa di cuoio contenente carte appartenenti all’on.Bellelli e il Gambarini di pezzi di lampade portatili.
Tre fascisti erano penetrati, armata mano, nel negozio della Cooperativa stampa socialista situata al piano terreno dello stesso fabbricato della Camera del Lavoro, buttando tutto sossopra, rompendo vetrine, scansie e mobili.
Mentre fuori i fascisti che sparavano colpi di rivoltella in aria venivano dispersi dalla forza pubblica in piazza Vittorio Emanuele, un gruppo di fascisti sorprendono i RR.CC. di servizio, penetrano, forzata la porta, nei locali dove trovasi la tipografia Lavoratori Tipografici e la tipografia e gli uffici di redazione del giornale “La Giustizia”. Ivi dispersero caratteri tipografici, devastarono mobili, gettarono dalla finestra carte e giornali ed appiccarono l’incendio alla tipografia della Giustizia e all’ufficio dell’on. Zibordi. Sopraggiunta la forza, i fascisti fuggirono ed i pompieri domarono l’incendio.
Susseguentemente altra squadra di fascisti recansi al Club socialista. Dalle finestre dell’appartamento usufruito dalla signora Ferrero Adele …, mediante chiave avuta dalla proprietaria della casa Magni Dionice, tre fascisti si calarono nel sottostante cortile interno del club e aprirono il portone di via Monzermone, dal quale entrò un gruppo che si diede a rompere bottiglie e vetri fuggendo al sopraggiungere del maggiore dei RR.CC., comandante la Divisione, che con i militari dell’arma riuscì a fugare gli invasori limitando così il danno.
Stante che i fascisti si erano concentrati nella sede del fascio in via del Seminario nella supposizione che ivi fossero stati depositati oggetti sottratti eventualmente dalla Camera del lavoro e vi fossero lasciate le armi usate per gli spari, fu proceduto ad una perquisizione che diede risultato negativo.
Mentre veniva regolato il servizio di via Farini, uscì da una casa un giovane con un bastone in mano, fu fermato, perquisito e trovato in possesso di una pistola Berretta carica che asportava (sic) senza permesso. Fu dichiarato in arresto tanto più che risultò aver fatto la denuncia dell’arma e riconosciuto per il fascista Camellini Enzo nato a Reggio Emilia il 16 febbraio 1903 e residente a Reggio e risultò che il Camellini era uno dei tre fascisti che erano entrati nel negozio di cartoleria, armata mano, e perciò anche per tale reato fu deferito all’Autorità Giudiziaria alla quale furono denunciati i succitati Corradi e Gamberini per aver concorso alla devastazione della Camera del Lavoro e per il furto.
Continuano le indagini per l’identificazione dei danni gestori e incendiari.
* A.C.S., Ministero Interni, Div. AA.GG.RR., 1921, Busta 85A, fasc.: “Reggio Emilia”