“Nella storia dell’uomo le libertà e la pace di cui abbiamo goduto negli ultimi 80 anni sono un’eccezione e non la regola: non è una condizione naturale, né casuale, né tantomeno eterna. E’ frutto di una scelta, costata la vita a tanti, di ribellione materiale e morale verso la distruzione, le vessazioni, le morti, le umiliazioni che vent’anni di nazi-fascismo avevano inflitto all’Italia e all’Europa. Anche nel presente stanno circolando idee tossiche, spinte autoritarie e desiderio di demolizione degli strumenti di controllo democratici. Rispetto alle persone degli anni 30 noi siamo più attrezzati per accorgercene? Quelli che poi sarebbero diventati totalitarismi fecero leva sul nazionalismo, sulle insicurezze, sul disprezzo dell’altro e del diverso. Si presentarono come i difensori dell’ordine, per fare accettare violenza e sopruso. Dissero di avere la ricetta per curare i mali del presente, quando in realtà le ideologie nazi-fasciste furono solo portatrici di sciagure e disordine. Qui a Villa Rossi italiani, britannici, russi e disertori tedeschi combatterono uniti per la democrazia e lo fecero per tornare a respirare aria pulita. Lo fecero per il desiderio di poter costruire insieme un mondo migliore, più libero, più giusto”

 

Così la sindaca di Albinea Roberta Ibattici ha parlato dal palco di sala Maramotti, dove le celebrazioni dell’80esimo anniversario del Fatto d’Armi di Villa Rossi e Villa Calvi, meglio noto come Operazione Tombola, si sono trasferite in mattinata a causa del Maltempo.

Si tratta dell’eroica offensiva condotta da 100 uomini contro il comando tedesco, di stanza nelle due ville a Botteghe, compiuta nella notte tra il 26 e il 27 marzo 1945 dai paracadutisti britannici insieme ai partigiani italiani della Brigata Garibaldi, e ai partigiani russi. L’azione partigiana, camuffata da attacco alleato grazie al suono di una cornamusa dello scozzese David Kirkpatrick, evitò le rappresaglie tedesche sulla popolazione. Nell’offensiva, che fu guidata dal maggiore Roy Farran, morirono tre paracadutisti del 2nd SAS: Riccomini, Guscott e Bolden, mentre le perdite tedesche tra morti e feriti ammontarono ad oltre 60 unità.

 

Le celebrazioni sono iniziate con la deposizione di due corone di fronte al monumento in piazza a Botteghe, e altre due di fronte alla lapide su Villa Rossi che ricorda i tre parà britannici morti nell’assalto. Poi il corteo si è spostato in sala Maramotti dove, di fronte a circa 200 persone, un gruppo di studenti delle scuole secondarie di Albinea e Borzano ha restituito alcune riflessioni sulla pace e sulla Resistenza derivanti da un percorso effettuato a scuola insieme ad Anpi e a Lilliana Del Monte, unica sopravvissuta all’eccidio della Bettola.

 

A seguire sono intervenute le autorità. In primo luogo la sindaca Ibattici. “Ogni anno – ha detto la prima cittadina – ci ritroviamo in questo luogo, teatro di avvenimenti dolorosi e drammatici, di eroismo e di lotta, perché sono stati il seme da cui sono nate le radici dell’Europa che oggi conosciamo e perché qui troviamo le radici della nostra Costituzione democratica. Essere qui è un modo di riaffermare la scelta fatta all’indomani della Liberazione, perché sia la scelta di oggi: una scelta di libertà, democrazia, diritti, giustizia sociale e desiderio di un’Europa unita. Una scelta antifascista”.

Poi ha preso la parola il primo cittadino del distretto berlinese di Treptow-Kopenick, Oliver Igel, con cui Albinea è gemellato da oltre 28 anni. La conclusione è stata affidata al presidente della Regione Emilia-Romagna Michele De Pascale. “E’ doveroso essere qui oggi per mantenere viva la memoria del sacrificio e del coraggio di chi ha combattuto in nome della libertà e dell’autodeterminazione dei popoli contro la dittatura nazista. Sono passati 80 anni ma quei valori devono restare oggi saldi nelle nostre comunità e trasmessi con fierezza ai nostri giovani perché rappresentano la base del nostro vivere civile e nella pace. A chi allora, anche a costo della vita, si oppose ai regimi illiberali nazisti e fascisti, dobbiamo tutto: la nostra democrazia e la pari dignità sociale di tutte le cittadine e i cittadini, senza distinzione alcuna come è scritto nella nostra magnifica Costituzione repubblicana.  – ha detto e proseguito –  In momenti come questo rinnoviamo la memoria e il valore della Resistenza, la capacità di ribellarsi come individui in nome dell’interesse collettivo e di stare dalla parte giusta della storia come scelsero di fare i cinque soldati tedeschi fucilati qui e che insieme al sindaco Igel ricordiamo oggi. Dobbiamo saper reagire all’indifferenza e ai soprusi, opporre la ragione alla barbarie. Un monito che suona attuale in un momento come quello che stiamo vivendo che vede il riacutizzarsi dei nazionalismi, dell’intolleranza verso l’altro, delle guerre. Ricordare quello che è successo allora diventa così ancora più importante, perché ci permette di riunirci nella convivenza pacifica e nel dialogo rispettoso. Per ribadire che i valori conquistati ieri, vanno difesi oggi e consegnati domani intatti alle future generazioni”.

In sala, oltre alle molte autorità, era presente Libero Bonini, l’applauditissimo partigiano “James” che partecipò all’operazione Tombola e che in quella notte del 1945 aveva soltanto 17 anni. Inoltre era seduta tra il pubblico una nutrita delegazione di ospiti britannici, parenti dei paracadutisti che componevano una grande parte della truppa d’assalto.

La commemorazione, organizzata dal Comune di Albinea in collaborazione con il comitato Gemellaggi Pace e Diritti Umani, la sezione locale dell’ANPI, Pro Loco e Istoreco, si è conclusa con una toccante esibizione della scuola di musica e del coro di Risonanze che hanno intonato “Bella ciao” in mezzo al pubblico ed eseguito sul palco l’inno europeo.