La Diocesi reggiana ha donato il sacrario di Ca’ Marastoni di Toano ai partigiani di Alpi-Apc, l’Associazione liberi partigiani italiani – partigiani cristiani. Nei giorni scorsi a Modena è stato formalizzato un atto di donazione che assegna all’associazione Alpi-Apc la proprietà del sacrario costruito a Ca’ Marastoni di Toano negli anni ’60, come tributo ai caduti della battaglia della Pasqua di Sangue del 1 aprile 1945. Sino ad ora, la titolarità era della parrocchia di Monzone, uno dei paesi della zona.
E ora Elio Ivo Sassi, presidente provinciale dell’Associazione liberi partigiani italiani – partigiani cristiani, commenta: “Un vivo ringraziamento e una speciale riconoscenza vanno alla chiesa reggiana, che ha concesso ufficialmente al nostro sodalizio la proprietà esclusiva del sacrario di Ca’ Marastoni, luogo simbolo per i partigiani cattolici, e non solo, e monumento per eccellenza delle gloriose Fiamme verdi”.
“Un grazie particolare va all’arcivescovo Giacomo Morandi – spiega Sassi – che ha autorizzato la parrocchia di Monzone, in Comune di Toano, a donare in modo formale all’Alpi-Apc reggiana, ente del terzo settore, giuridicamente riconosciuto, l’immobile e il terreno circostante, con rogito del notaio Federico Manfredini, da me sottoscritto, unitamente al parroco don Giuseppe Lusuardi, cui va altrettanta gratitudine”.
Il primo progetto della cappella sacrario, posta in prossimità di Monte della Castagna (dove persero la vita, il primo aprile 1945, giorno di Pasqua, sei partigiani della brigata Italo, appartenente alle Fiamme verdi), risale al 1946, ma solo dopo quasi vent’anni, il 4 aprile 1965, l’ex comandante della stessa formazione, don Domenico Orlandini, il partigiano Carlo, depose la prima pietra. L’edificio fu ultimato nella primavera del 1969, ma l’inaugurazione ufficiale avvenne il 12 settembre 1971.
“Dieci anni fa, il 26 settembre 2014 – conclude Sassi – i resti mortali di don Carlo, già presidente dell’Alpi provinciale, sono stati traslati a Ca’ Marastoni, a conferma della sacralità del sito, dove ogni anno si ricorda, tra l’altro, la battaglia di Pasqua, una delle più significative delle molte combattute in Appennino contro gli invasori tedeschi e in cui sei combattenti per la libertà, sostenuti da grande coraggio e una forte idealità, sacrificarono la loro vita per la nascita di un mondo migliore”.