In questi giorni è in corso il viaggio che da Castelnovo Monti e altri comuni dell’Appennino ha portato una delegazione a partecipare alle annuali commemorazioni per la fine della seconda guerra mondiale a Kahla, in Germania. Per il Comune di Castelnovo Monti in particolare sono presenti l’Assessore alla cultura Erica Spadaccini e l’Assessore a pace e diritti Silvia Dallaporta. Le commemorazioni si tengono al memoriale che ricordano le vittime del campo di lavoro ReiMaHg, la fabbrica sotterranea dove, nella Germania nazista ormai bombardata dagli alleati, venivano costruiti i caccia a reazione Me 262.

In questo campo furono deportati uomini rastrellati in diversi Paesi d’Europa, numerosi anche dall’Appennino: sette castelnovesi non fecero ritorno. Si tratta di Inello Bezzi, Roberto Carlini, Anselmo e Renato Guidi, Pierino Ruffini, Ermete Zuccolini, Francesco Toschi. Da diversi anni una targa ricorda nell’area del memoriale il loro sacrificio.

In occasione di questo viaggio è stata inaugurata una nuova campana della pace, realizzata a Castelnovo Monti. Un ulteriore tassello dell’amicizia che, dopo la grande sofferenza degli ultimi anni di guerra, è nata tra i due Comuni tanto da arrivare a un patto di gemellaggio nel 2023, dopo le prime ricerche storiche condotte dai famigliari dei caduti subito dopo la caduta del muro di Berlino (Kahla era nella Germania Est).

La campana è stata realizzata dalla storica Fonderia Capanni, le cui prime tracce di attività risalgono addirittura al XVI secolo, e portata a Kahla nell’ambito del viaggio organizzato da Istoreco insieme al Comune: nel campo di lavoro si conoscono i nominativi di 805 morti di cui 460 italiani. La “campana di pace”, vuole essere un segno in memoria di queste vittime in occasione dell’80° anniversario della fine della guerra.

Il nome Reimahg derivava dalle iniziali di Reich Marschall Herman Goering e contrassegnava le fabbriche di sua proprietà, destinate alla produzione di armi per l’aviazione. A questo triste nome è legato lo sfruttamento dei condannati ai lavori forzati stranieri nell’economia bellica nazista. Ancora oggi si trovano sotto la collina di Walpersberg e a Leubengurd, presso Kahla, le rovine della fabbrica sotterranea: circa 32 chilometri di gallerie. Il quartier generale nazista, dal 1943, cominciò ad esigere imponenti prestazioni dall’industria degli armamenti.

Nella primavera del 1944, gli alleati moltiplicarono i bombardamenti alle industrie belliche e contemporaneamente aumentarono le perdite di aerei tedeschi. I nazisti allora incrementarono la produzione di aerei con tutti i mezzi. Si tentò di sottrarre l’industria bellica agli attacchi alleati, mediante queste fabbriche sotterranee. Nel Walpersberg, vicino alla cittadina di Kahla, si trovavano miniere adatte per ospitare la produzione. I lavori più pesanti furono eseguiti dai deportati civili e militari, che dal 1944 furono adibiti ai lavori forzati. Nel Reimahg furono impiegate dall’aprile 1944 all’11 aprile del 1945, circa 15.000 persone: uomini, donne, ragazzi provenienti da diverse nazioni europee occupate. Le fabbriche di Kahla divennero le uniche produttrici del caccia a reazione Me 262.