L. BOSI, L. GASPARINI, Durante Gallinari. Storia di una vita borghese in una città di provincia. Reggio Emilia, 1895-1972. Editore RS-Libri, 2012, pp. 115, 13,00 euro di giovanni Guidotti

«Il problema gravissimo che da anni assillava medici e cittadini, quello della costruzione di un ospedale, è risolto con un atto di liberalità… Non è da sottacere l’importanza dell’atto che servirà senz’altro d’esempio a quanti, come i fratelli Gallinari, sentono che la ricchezza può alleviare certe sofferenze e non è esclusivo mezzo di godimenti egoistici». («Reggio democratica», 10 giugno 1945). Viene spontaneo chiedersi, oggi, cosa sia rimasto, a Reggio Emilia come nel resto d’Italia, di quello spirito di «liberalità» che, tra le rovine della guerra, riuscì ad offrire una speranza. Ma non solo. Si tratta anche di una questione di cuore e di ingegno. La storia della famiglia reggiana Gallinari è l’espressione d’una identità che unisce il «saper fare» al senso civico, l’abilità negli affari all’inventiva, la capacità di sognare alla realtà. Questa è la «reggianità» contenuta nel volume Durante Gallinari. Storia di una vita borghese in una città di provincia. Reggio Emilia, 1895-1972 (RS-Libri, 2012), documentata testimonianza di un genius loci ritrovato negli archivi e nei ricordi di famiglia, raccontato con passione e in uno stile narrativo da Luisa Bosi e Laura Gasparini, commentato da una raccolta di immagini d’epoca.

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La storia inizia nel 1895 con la nascita di Durante Gallinari e col padre Grimaldo il quale, già nel primo decennio del Novecento, avvia l’attività industriale vinicola sul lato sinistro del viale della Stazione, poi viale 4 Novembre. Nasce così lo stabilimento dei fratelli Durante e Alfredo Gallinari, profondamente diversi tra loro nel carattere, ma complementari dal punto di vista professionale e artefici di un progetto agro-alimentare che oltrepassa in breve tempo i confini nazionali. Guidati nelle loro scelte da grande determinazione e da autentiche convinzioni liberali, riusciranno a superare i periodi difficilissimi della Grande Guerra, della successiva crisi economica e del regime fascista. Durante Gallinari, in particolare, ha nella moglie Amabile Catellani la compagna di vita ideale: una donna dolce e generosa, semplice e riservata, promotrice di numerose attività benefiche, tra cui quelle a favore del Cenacolo francescano e del vecchio ospedale Santa Maria. Al termine del conflitto mondiale ritroviamo la famiglia duramente colpita dalla scomparsa di Amabile, vittima del bombardamento del gennaio ’44, ma con l’azienda in piena attività, aperta sia alla ricostruzione che al futuro, sempre impegnata sul fronte imprenditoriale e in quello della solidarietà, con il sogno di costruire «il più grande e moderno ospedale del dopoguerra», il Santa Maria Nuova.

La ricerca delle due autrici affronta diversi punti oscuri della travagliata vicenda della sua realizzazione, iniziata nell’autunno del 1945 su disegno dell’architetto reggiano Enea Manfredini, per lungo tempo interrotta a causa di numerosi problemi di natura finanziaria, organizzativa, legale, politica ed anche famigliare, giunti a soluzione, per caparbia volontà dei Gallinari e delle istituzioni locali, vent’anni dopo, nel 1965. Il testo evidenzia in particolare l’importante ruolo assunto da Durante nel processo di edificazione del Santa Maria, spesso ricondotto unicamente al fratello Alfredo, e allo stesso tempo delinea alcune verità «scomode» che si presterebbero ad ulteriori considerazioni ed approfondimenti, senza nulla togliere all’originalità e al valore di un progetto nel quale la comunità reggiana, ancora oggi, può riconoscersi. La prefazione al volume, di Carlo Lusenti (assessore regionale alle politiche per la salute), tratta il tema con sensibilità e competenza, invitando a riflettere su come eravamo e su «ciò che dovremmo energicamente essere di nuovo».