“Sempre dobbiamo coltivare la memoria del dolore e delle sofferenze, che costò raggiungere la libertà di cui ancora oggi ci gioviamo e siamo chiamati a difendere ed estendere. Mai dimenticare, mai minimizzare. Questo il dovere di ogni comunità che voglia dirsi civile”. Le parole della senatrice a vita Lilliana Segre sono risuonate ieri pomeriggio nello spiazzo accanto al monumento che ricorda i 32 martiri de La Bettola.

A leggere la lettera, inviata al comune di Vezzano in occasione del 77° anniversario dell’eccidio, è stato il sindaco Stefano Vescovi: “Saluto e abbraccio le due superstiti Adua e Lilliana – ha proseguito la missiva della senatrice, cittadina onoraria di Vezzano dal 28 novembre 2019 – in una ricorrenza che tanto colpì il vostro territorio nel giugno del 1944 quando i nazisti e i loro complici fascisti compirono l’ennesimo eccidio, unico mezzo da loro conosciuto per cercare di stroncare l’insorgenza partigiana. Ma nonostante l’orrore di questi massacri la vittoria fu, infine, delle forze della Resistenza nazionale e degli Alleati del fronte antifascista. Sono onorata di essere vostra concittadina e sono certa – si conclude la lettera – che occasioni come questa renderanno più saldi i nostri valori e i nostri principi. Auguro alla vostra, anzi nostra, comunità un futuro di prosperità e di progresso morale e civile. In un periodo drammatico come quello da cui stiamo faticosamente uscendo ne abbiamo tutti bisogno”.

Il messaggio della Segre ha quindi impreziosito una cerimonia molto emozionante e partecipata. Ad aprire gli interventi è stato il vice sindaco di Vezzano Paolo Francia, che ha sottolineato l’importanza della difesa della verità dei fatti e della necessità di coltivarla e trasmetterla. Particolarmente toccanti sono stati gli interventi dei giovani delle 3° medie della scuola A. Manini, che hanno partecipato al progetto “Un nome, un volto, una storia”, realizzato dal Comune in collaborazione con Istoreco. Attraverso le loro voci è stata ricostruita la genesi della strage e, grazie alla coinvolgente lettura di alcuni passi del libro di Lilliana Delmonte “Il nazista e la bambina”, il pubblico è stato catapultato indietro nel tempo.

Dopo gli interventi del presidente della provincia Giorgio Zanni e della consigliera regionale Stefania Bondavalli, ha preso la parola Vescovi: “Il compito più importante che abbiamo, come amministratori, come genitori e anche come singoli cittadini, è tramandare la storia e la memoria ai nostri figli e ai nostri giovani. Non possiamo dimenticare cosa accadde in questo luogo di dolore e vogliamo tramettere alle nuove generazioni l’insegnamento che i nostri nonni ci tramandarono. La brutalità delle dittature, infatti, si spiega solo tramandando la storia. Future generazioni che abbiamo fortemente desiderato fossero qua presenti con noi, in prima fila. – ha detto e ha proseguito rivolgendosi ai ragazzi – Cari ragazzi vi chiedo di non dimenticare, di studiare, di essere curiosi, di fare tante domande”.

In platea, oltre ai rappresentati delle istituzioni civili, militari e religiose, delle associazioni combattentistiche e di Anpi, erano presenti le due superstiti alla strage: Adua Beneventi e Lilliana Delmonte. A loro è stato consegnato un mazzo di fiori. Infine le autorità si sono spostate al monumento che ricorda le vittime dove è stata deposta una corona ed è avvenuta la benedizione.