Domenica 15 gennaio 2023 a Gatta e San Bartolomeo si svolgerà il 78° anniversario dell’eccidio dei partigiani del distaccamento Pigoni della 26° Brigata Garibaldi. L’iniziativa è promossa dall’Unione Montana dei Comuni dell’Appennino Reggiano, dal Comune di Castelnovo Né Monti, dal Comune di Villa Minozzo, dalle associazioni partigiane Anpi Alpi-Apc e dall’istituto storico Istoreco.

Il programma prevede il ritrovo alle 9.30 di domenica 15 gennaio alla chiesa parrocchiale di Gatta per la celebrazione della messa a suffragio dei caduti e la benedizione, seguita dal saluto del sindaco di Villa Minozzo Elio Ivo Sassi dalla commemorazione ufficiale dell’onorevole Antonella Incerti.

La seconda parte prenderà il via alle 10.50 con la formazione del corteo che condurrà sino a Villa Marta, con un omaggio floreale al monumento partigiano di Gatta e al cippo sistemato a San Bartolomeo, sul lato opposto del fonte sul fiume Secchia che segna l’inizio del territorio di Villa Minozzo. L’evento sarà accompagnato dalle note musicali della Banda di Felina.

La manifestazione si svolgerà nel rispetto delle normative antiCovid. Le fasi della cerimonia saranno successivamente visibili sulle pagine facebook dei Comuni di Castelnovo né Monti e Villa-Minozzo.

“La vostra partecipazione sarà sostanziale per confermare un impegno importante nella difesa dei valori di Libertà, Democrazia e di Solidarietà verso coloro che hanno perso la vita nell’eccidio di Gatta e San Bartolomeo”, è l’appello degli organizzatori.

Per informazioni, municipio@comune.castelnovo-nemonti.re.it tel. 0522/610111 o urp@comune.villa-minozzo.re.it e tel. 0522/801122.

LA VICENDA

All’alba dell’8 gennaio 1945 avanguardie di una colonna tedesca, mimetizzate e favorite dalla scarsa visibilità, raggiunsero il torrente Secchia attraverso la strada Gatta-Felina. In località San Bartolomeo era stato istituito un servizio di vigilanza al ponte della Gatta, situato in una stalla e affidato ad una squadra del Distaccamento “Pigoni”. Probabilmente conoscendone l’ubicazione, i tedeschi attraversarono inosservati il Secchia, aggredendo ed uccidendo immediatamente le due sentinelle Vasco Madini “Fulmine” e Sergio Stranieri “Randa”. Prima di morire, uno dei due giovani partigiani riuscì a dare l’allarme, ma i nazisti erano già troppo vicini, così il restante del Distaccamento tentò un rapido quanto improbabile sganciamento.

Scesero verso il greto del torrente Secchiello seguendone la riva sinistra, col proposito di raggiungere il grosso del Distaccamento “Pigoni” fermo a Sonareto. Tuttavia la neve molto alta ed il terreno accidentato, resero il loro cammino molto lento e disagevole. I nemici marciarono invece più speditamente sulla strada sovrastante che porta a Carniana, riuscendo a precederli e catturandoli facilmente. Uno solo si salvò, mettendosi a riparo sotto un ponticello in muratura, mentre tutti gli altri vennero condotti all’interno della semi diroccata Villa Marta e là torturati e uccisi.

Fu così che oltre alle due sentinelle morirono: Aldo Bagni “Nerone”, Angelo Masini “Tonino”, Arturo Roteglia “Ellas”, il sabotatore Manlio Bruno “Costantino”, la staffetta del Comando Unico Ruggero Silvestri “Jena”, Aristide Sberveglieri “Tallin” e Armando Ganapini “Lazzarino”. I graduati Gino Ganapini “Leone” e Carlo Pignedoli “Mitra” vennero invece tradotti nelle carceri di Ciano e successivamente fucilati il 26 gennaio ’45.

 

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