Attraverso le vicissitudini del penitenziario di Santo Stefano, dalla costruzione nel 1793 fino alla sua chiusura definitiva nel 1965, è possibile ricostruire la storia carceraria italiana ed europea. Ufficialmente inaugurato come ergastolo per crimini comuni, divenne ben presto luogo di detenzione per i dissidenti politici di tutti i periodi: dai giacobini della prima ora ai patrioti del Risorgimento fino agli antifascisti. Nel 1952, dopo essere stato per oltre 100 anni un atroce luogo di espiazione, Santo Stefano si trasformò completamente, adottando un modello carcerario basato sul recupero del detenuto e sul riconoscimento della sua dignità umana.