Il 3 febbraio la Repubblica del Mozambico celebra la memoria delle donne e degli uomini che hanno lottato per l’indipendenza del paese e per la liberazione dal giogo coloniale, tra gli anni sessanta e settanta del secolo scorso. Nel 1969, proprio in questa data, veniva ucciso a dar es salaam (Tanzania) il leader del movimento di liberazione mozambicano. Un pacco bomba nascosto in un libro e approntato dai servizi segreti portoghesi poneva fine alla vita di Eduardo Mondlane, fondatore e presidente della Frelimo, ovvero il fronte di liberazione del Mozambico. Mondlane rappresentava un ponte fra la tradizione e la modernità: figlio di un capo locale, grazie al suo talento riuscì ad ottenere borse di studio che lo condussero prima in Sudafrica e poi in USA. Dottore in antropologia ad Harvard, sposò una collega bianca americana e divenne ricercatore Onu. Nel 1962, rinunciò all’incarico, si dedicò a studi di politica africana e tornò in patria per fondare un movimento indipendentista che unificasse nella lotta di liberazione i tre partiti anticoloniali.

Insieme a lui, Armando Guebusa, Marcelino DOS Santos e Samora Machel: uomini che guideranno la lotta per un Mozambico indipendente e con i quali Reggio Emilia, di lì a poco, svilupperà un movimento solidale davvero innovativo e straordinario. Mondlane impostò la Frelimo su basi marxiste non ortodosse, ovvero diede vita ad una efficace espressione di “socialismo africano”. I suoi compagni, dopo il suo assassino, seppero portare avanti una lotta di liberazione con un’ottica nazionale e sempre finalizzata alla creazione di una nuova società.

 

Per rammentare Eduardo e tutti le mozambicane e i mozambicani che si sono impegnati nella lotta, Samora e Marcelino in particolare quali amici di Reggio Emilia, vi suggerisco la canzone di Miriam Makeba “A luta continua”:

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Amandla!

Chiara Torcianti
Referente dell’archivio Reggio Africa