Pietro Papi è tornato a casa. Nel pomeriggio di mercoledì 3 novembre è stata sistemata nel cimitero di Novellara la salma di Pietro, 22enne IMI che Istoreco ha ricordato il 27 gennaio scorso posando una pietra d’inciampo alla sua memoria. Papi, militare catturato dopo l’armistizio, è morto nel campo di Gladbach il 14 marzo 1945, per conseguenze di un bombardamento. Negli anni ’50 la sua salma è stata traslata al cimitero militare italiano di Westhausen a Francoforte, senza che i parenti conoscessero il destino dei resti del loro congiunto.

Nel gennaio 2021, durante le ricerche precedenti alla posa, i ricercatori Istoreco hanno recuperato i documenti all’archivio della Croce Rossa internazionale di Bad Arolsen, sono venuti a conoscenza della tomba individuale, hanno contattato l’amministrazione del complesso cimiteriale e hanno informati i famigliari. Il fratello e le nipoti di Pietro hanno avviato le procedure per il rientro in patria del corpo, il 25 ottobre la salma è stata prelevata dal cimitero di Westhausen e predisposta per il trasferimento verso l’Italia, alla presenza del co-direttore di Istoreco Matthias Durchfeld.

Il 3 novembre, si è tenuta la cerimonia religiosa nel cimitero di Novellara, celebrata dal parroco don Giordano Goccini alla presenza fra gli altri, del sindaco Elena Carletti.

PIETRE D’INCIAMPO

Una “Pietra d’Inciampo” è una piccola targa in ottone (10×10 cm) a scopo commemorativo, prodotta dalla bottega dell’artista berlinese Gunter Demnig, posta su un san pietrino e installata davanti alla casa in cui le persone arrestate vivevano ancora liberamente prima di essere portate via dalla polizia fascista o nazista.
La provincia di Reggio Emilia ospita già 70 “Pietre d’Inciampo” in memoria dei suoi cittadini deportati e uccisi, facendo così parte di questo grande monumento diffuso che si sta costruendo in tutta l’Europa.