Altre nove occasioni per inciampare e ricordare il nostro passato. Venerdì 18 e sabato 19 gennaio l’istituto storico reggiano Istoreco ha completato la posa di altre nove pietre d’inciampo, i piccoli monumenti diffusi in tutta Europa per ricordare le vittime del nazismo nell’ultimo luogo dove hanno vissuto libere.
Dal 2015 ad oggi sono state posate nel territorio reggiano ben cinquanta pietre, e nel 2019 se ne sono aggiunte altre nove, dedicate a ragazzi residenti a Cavriago, Toano e Sant’Ilario d’Enza catturati o a casa o durante il loro servizio militare, e morti in campi tedeschi
È il frutto di mesi di lavoro e di ricerche con le scuole, i famigliari, le Anpi e gli enti, fra cui Comune di Cavriago, Comune di Sant’Ilario d’Enza Sant’Ilario d’Enza, Comune di Toano, Anpi Toano, ANPI Sant’Ilario d’Enza – Ente Morale, Anpi Cavriago e Provincia di Reggio Emilia.
Le pietre sono piccole opere sono cubi di ottoni piazzate sul fondo stradale con un piccolo rialzo, così da far inciampare i passanti. Chi si chinerà per capire qual era l’ostacolo, si troverà di fronte nomi, date e storie da riscoprire. La posa materiale verrà curata dall’ideatore del progetto, l’artista tedesco Gunter Demnig, che in oltre vent’anni ha sistemato decine di migliaia di pietre in quella che settant’anni fa era l’Europa occupata. Le nove biografie sono state ricostruite da Istoreco con gli studenti del Viaggio, scegliendo fra classi delle zone di origine delle varie persone.
Si è partiti venerdì 18 gennaio a Calerno di Sant’Ilario, in via XXV luglio, alla fermata del tram lungo la via Emilia fra Calerno e Gaida, per Arnaldo Pastarini. Da lì si è proseguiti per la montagna, per Toano. Alla Corbella di Cerredolo sono state sistemate le pietre di Aurelio Righi e Lino Righi, alla Cisana quella di Romano Righi.
Sabato 19 gennaio era dedicato a Cavriago. In mattinata sono state interrate e altre cinque pietre, dedicate a Vittorio Mariani in via Campofiori 6, a Enea Pozzi in piazzaletto Garibaldi 11, Mario Vincenzo Gualerzi in via Roncaglio 21, a Giovanni Bernuzzi in via Quercioli 7 e Umberto Montanari in piazza Mazzini 1. Per il cavriaghese, gli studi sono stati curati da alcune classi dell’istituto D’Arzo di Montecchio che parteciperanno poi al Viaggio della Memoria Istoreco diretto a Cracovia e Auschwitz-Birkenaue. I ragazzi hanno letto estratti dalle biografie delle vittime, mentre alcuni famigliari hanno portato foto dei parenti morti e doni per Gunter Demnig, fra cui una bella cornice in legno. Presenti anche diverse classi delle medie locali.
A tutte le piccole cerimonie hanno preso parte parenti, volontari, le classi e i docenti coinvolti nelle ricerche e le amministrazioni pubbliche. Da citare il sindaco di Cavriago Paolo Burani, quelli di Sant’Ilario e Toano Marcello Moretti e Vincenzo Volpi. A Cerredolo erano presenti anche il sindaco di Carpineti Tiziano Borghi e il vicesindaco di Castelnovo Monti Emanuele Ferrari.

 

HANNO DETTO

PAOLO BURANI, SINDACO DI CAVRIAGO:
Oggi ricordiamo questi nostri cinque concittadini nell’ultimo luogo dove hanno vissuto da uomini liberi, a Cavriago. Attraverso le pietre d’inciampo, chiunque vi si imbatterà non potrà dimenticare la loro storia – ha detto il primo cittadino -. Oggi, di fatto, facciamo un esercizio di memoria, che ci dà lo spunto per riflettere anche su ciò che sta accadendo intorno a noi, ora: negli Stati Uniti c’è un presidente che sta costruendo un muro con il Messico, proprio a trent’anni dalla caduta del muro di Berlino. E un altro muro si sta ergendo, quello contro gli stranieri: un muro di odio, di caccia al nemico. Purtroppo il nostro tempo ci insegna che le conquiste del passato non sono per sempre e che il male è sempre in agguato. Dobbiamo imparare dalla storia, conoscerla. Perché la storia si ripete, in diverse forme, ma si ripete. Non dobbiamo tornare a cadere negli stessi errori. Mi rivolgo in particolare agli studenti qui presenti: studiate la storia, vi dota di “anticorpi” per evitare che il germe dell’odio torni fuori. Ecco perché è bene, anche attraverso le pietre d’inciampo, risvegliare la memoria delle persone”.
VINCENZO VOLPI, SINDACO DI TOANO:
“Con le tre collocate oggi, salgono a sette le pietre posate sul nostro territorio, a memoria di altrettante vittime del nazismo, che furono rastrellate dai militari tedeschi nella primavera 1944 e che morirono in campo di concentramento, in Germania. Si tratta di un simbolo significativo, che va ad arricchire i numerosi segni, le lapidi e i monumenti eretti a ricordo del sangue e delle sofferenze patite dai toanesi nel corso della seconda guerra mondiale”.
“Ringraziamo Istoreco, che ormai da alcuni anni si adopera nella diffusione di questa iniziativa internazionale, per l’attenzione posta alla nostra comunità, che pagò a caro prezzo i tragici eventi bellici che misero a ferro e fuoco la montagna reggiana. Ancora oggi quel sacrificio e alla base dei valori di libertà, pace e democrazia che i nostri padri e i nostri nonni hanno così fortemente perseguito e che noi abbiamo il dovere di custodire e trasmettere alle nuove generazioni con tutte le nostre forze”.

 

Ecco qualche dettaglio sulle pietre di Cavriago

  • Enea Pozzi. Classe 1916, residente in piazzaletto Garibaldi a Cavriago oggi n. 11, venne arrestato a Roma il 9 settembre 43 e deportato nel KZ Dora presso Nordhausen dove morì il 7 gennaio 1944. Di professione falegname, come tutta la famiglia, il padre era stato un combattente della Prima guerra mondiale, ammalatosi in conseguenza e morto alcuni anni dopo, in pieno fascismo che ne strumentalizzò la morte celebrando funerali di regime. Per questo Enea avrebbe dovuto essere esonerato dalla leva ma venne richiamato alle armi nel ’39 per poi essere mandato in congedo illimitato, in quanto orfano di guerra, nel ’41. Richiamato alle armi per esigenze speciali nel maggio ’43, l’Armistizio lo sorprese a Roma dove venne catturato dai tedeschi e deportato. E’ morto in deportazione per cause imprecisate.
  • Giovanni Bernuzzi. Classe 1922, residente in via Quercioli – S. Nicolò oggi n. 7. Venne catturato dai tedeschi il 9 settembre 1943, in lovalità imprecisata, e deportato a Fallingbostel, Saalfeld dove morì il 22 marzo 1944 in seguito a deficienza cardiaca e circolatoria. Attualmente è sepolto presso la tomba di famiglia a Bibbiano dopo che il nipote Francesco, con la collaborazione di Istoreco, ne ha riportato a casa le spoglie, prima sepolte al cimitero militare italiano d’onore ad Amburgo.
  • Vittorio Mariani. Classe 1921, residente in via Campofiore 6, catturato il 12 settembre 1943 dai tedeschi in località imprecisata anche se sappiamo che era guardia di frontiera. Deportato e morto a Bydgoszcz (oggi Bromberg) il 20 agosto 1945 per tifo. Di mestiere risulta fornaio, secondo il foglio matricolare dell’archivio di stato di Modena.
  • Umberto Montanari. Classe 1896 residente a Cavriago in piazza Mazzini oggi n. 1. Fin dal 1938 si recò in Germania a lavorare probabilmente come muratore. Nell’ultimo suo periodo a Cavriago lavorò al mulino Avanzi. Continuò a recarsi in Germania per lavorare almeno fino al 1943 quando non si hanno più sue tracce sui documenti per diversi mesi, fino a ritrovarlo detenuto nel Kz Niedershelden, dove rimase dall’11 ottobre ’43 al 24 gennaio 1944 quando morì ucciso, secondo alcune testimonianze per un colpo d’arma da fuoco forse sparato da un agente della Gestapo, ma dati solo di testimonianza orale. Stranamente risulta anche sul sito Albo IMI caduti, con sepoltura indicata a Francoforte sul Meno presso il cimitero militare italiano d’onore.
  • Mario Vincenzo Gualerzi. Nato nel 1912, residente a Cavriago in via Roncaglio oggi n. 21. Venne catturato e deportato dai tedeschi in quanto soldato francese. Gualerzi infatti era emigrato, per motivi economici seguendo il fratello Guido, in Francia ad Antibes. A differenza del fratello – che infatti nel ’40 venne rimpatriato – Mario prese la cittadinanza francese trovandosi così, e viene da pensare per scelta o avrebbe seguito il fratello, a combattere contro altri italiani. Catturato dai tedeschi venne deportato come militare francese. Morì nella cittadina di Dinslaken (nel locale ospedale) in seguito a malattia il 26 febbraio 1945. Oggi è sepolto nel cimitero militare di Antibes.