Viviana Saccani, vicepresidente di Istoreco, ci racconta la domenica di conoscenza proposta dal nostro istituto il 21 novembre, sulle tracce della Ferrara Ebraica.


 

Una bella domenica, ben organizzata, con gli amici Istoreco per scoprire le radici ebraiche di Ferrara dove Il quartiere medievale conserva le memorie della comunità, segregata nel Ghetto dal 1627 dai legati pontifici (dopo la devoluzione degli Este nel 1598) fino all’Unità d’Italia, a parte la parentesi napoleonica.

All’inizio di Via Mazzini la strada principale uno dei cinque cancelli di chiusura, al n. 95 si trova la Sinagoga in edificio donato agli ebrei ferraresi che serve tuttora da centro della vita dell’ormai piccola comunità locale. All’interno l’ex Tempio Tedesco (Ashkenazita), ora utilizzato per le cerimonie più solenni, l’ex Tempio italiano per conferenze e celebrazioni comunitarie, l’Oratorio Fanese un piccolo tempio del sec. XIX, comunemente usato per i riti del sabato.

Il Tempio tedesco e l’Oratorio Fanese furono distrutti da squadracce fasciste nel settembre ’41. Accanto al portone d’ingresso le due lapidi, in Memoria delle persecuzioni razziali dei 115 deportati a Birkenau via Fossoli con gli ebrei reggiani il 22febbario ’44, ne tornarono 5. A questo si riferisce una delle prime Storie Ferraresi di Giorgio Bassani, “Una lapide in via Mazzini.” In Via Vignatagliata, la Scuola ebraica dove insegnò anche Bassani, durante la segregazione razziale, l’abitazione di Isacco Lampronti rabbino, medico e filosofo italiano, autore dell’enciclopedia talmudica Paḥad Yiṣḥāq. La sinagoga sefardita che non c’è più, distrutta nel ’44 dalla violenza nazista.

Non poteva mancare il luogo dell’eccidio del Castello del 15 novembre ’43, la rappresaglia con l’uccisione di 11 persone, dopo il ritrovamento del cadavere del federaIe Iginio Ghisellini da parte di squadracce fasciste partite per ordine di Pavolini dal Congresso di Verona (ben raccontato ne La notte del ’43 di Bassani).

Il Cimitero Ebraico, inserito entro le Mura, confinante con quello cristiano della Certosa, un grande spazio verde con sepolture lapidee che vanno dall’800, restaurato ai primi del ‘900 dall’architetto ebreo ferrarese Ciro Contini, raccoglie le sepolture più recenti tra cui quella di Giorgio Bassani e della famiglia del podestà, deposto per motivi razziali, Renzo Ravenna, sposato alla reggiana Lucia Modena, salvatisi con la comunicazione tramite ferroviere, da parte della sorella Alba che era nel treno dei 1023 ebrei romani deportati, quando il convoglio fece sosta nella stazione di Ferrara.

Per terminare al Museo nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah- MEIS per un’interessante visita alla mostra permanente e a quella di recente inaugurata “Oltre il ghetto. Dentro e Fuori” Emblematici il dipinto mai esposto “Ester al cospetto di Assuero”, “Il rapimento di Edgardo Mortara”, le chiavi del ghetto di Ferrara…

Viviana Saccani, vicepresidente Istoreco

 

LA GALLERIA FOTOGRAFICA DELLA GIORNATA