È morto Simcha Rotem, nome di battaglia Kazik.

Nasce nel 1924 in una famiglia ebrea di Varsavia. Dopo anni di vita nella Polonia occupata dai nazisti e nel ghetto di Varsavia, Kazik aderisce all’organizzazione dei partigiani ebrei, la Żydowska Organizacja Bojowa in polacco, Yidishe Kamf Organizatsie in lingua jiddisch, fondata nel 1942 per resistere alla deportazione di massa dal ghetto di Varsavia verso il campo di sterminio di Treblinka.

Nei primi mesi del 1943 Kazik e pochi altri giovani scrivono una pagina di storia:

Emanuel Ringelblum (1900 – 1944) esempio illuminato per tutti gli storici, crea con un gruppo di compagni l’archivio clandestino con cui documenta la vita del ghetto di Varsavia tra il 1939 e il 1943.

I coniugi Jitzhak Zuckerman (1915 – 1981) e Zivia Lubetkin (1914 – 1976), organizzatori della resistenza ebraica nel Ghetto di Varsavia e parte del gruppo di comando dello ŻOB. Con altri reduci fondano nel dopoguerra il kibbutz Lochamej haGeta’ot / Combattenti del ghetto.

Mordechai Anielewicz (1919 – 1943) il comandante della ŻOB. Il 18 gennaio 1943, Anielewicz decide di impedire la deportazione di un gruppo di ebrei ai campi di sterminio. Una seconda rivolta inizia il 19 aprile e termina quasi un mese dopo, il 16 maggio 1943. Anielewicz si suicida, con la sua fidanzata Mira Fuchrer e lo stato maggiore, nel bunker della ŻOB in Via Mila, l’8 maggio, quando la loro cattura da parte dei nazisti è ormai inevitabile.

Chavka Folman Raban (1924 -2014), staffetta dello ŻOB fra Varsavia e Cracovia, nel dicembre 1942, durante il più grande attentato contro i nazisti da parte dei partigiani del ghetto di Cracovia, si trova con loro. Viene però arrestata e deportata ad Auschwitz. Dopo la Liberazione e per tutta la vita si impegnata con costanza nell’opera a favore della memoria e della pace.

Marek Edelman (1919 – 2009) milita giovanissimo nelle formazioni affiliate al Bund (Unione Generale dei Lavoratori Ebrei). All’interno del ghetto, Edelman è nominato comandante in seconda dello ŻOB.

Il 10 maggio 1943, alle 10 del mattino a Varsavia, in via Prosta all’angolo con via Twarda, Kazik fa aprire i tombini e un gruppo di partigiani ebrei esce in strada, armi in pugno. Sono i sopravvissuti della ŻOB, che hanno ingaggiato con i tedeschi un violento conflitto armato durato quasi un mese. Dopo aver attraversato carponi le fogne della città, immersi nel fango e nella melma, sbucano all’aperto, fuori dal Ghetto e salgono su un camion e s’allontanano. Alla fine della guerra saranno vivi in otto.

Dal 2010 un monumenti ricorda la fuga e i partigiani protagonisti. Nell’aprile 2013, in occasione del 70°anniversario della rivolta, lo Stato polacco conferisce a Kazik il titolo di Cavaliere dell’Ordine della Polonia restituita, una delle onorificenze più elevate della Polonia.

Grazie ai Viaggi della Memoria, abbiamo potuto conoscere Kazik, nella sua casa in Israele, e condividere queste pagine uniche, scritte da un gruppo di ragazzi coraggiosi.

Kazik è morto il 22 dicembre 2018. La sua storia continuerà a vivere con noi.