Indice

Ricerche

Anna Appari, Il comune di Reggio Emilia, fra rivolgimenti politici ed emergenza sociale negli ultimi due anni di guerra

«si vuole qui cercare di dare un’immagine, certo non esaustiva, del governo e dell’organizzazione della vita di tutti i giorni della città nell’ultimo periodo bellico, pur con la consapevolezza dei forti condizionamenti derivanti, oltre che alle inevitabili ripercussioni del conflitto sulla popolazione civile, proprio dai rivolgimenti politici repentini che si sono susseguiti e dalla presenza sul territorio di tensioni che hanno assunto progressivamente i toni e le caratteristiche di una guerra civile….»

 

Discussioni

La politica cultura del PCI a Reggio Emilia (1960-1980), interventi di Ettore Borghi, Giuseppe Gherpelli, Antonio Bernardi, lvanna Rossi, Alessandro Roccatagliati

«Nel numero scorso della rivista, il 113/2012, abbiamo pubblicato il saggio dello storico francese Cyrille Guiat, La politica culturale del PCI a Reggio Emilia (1960-1980 circa): un approccio pragmatico e sociale all’erogazione di strutture e servizi pubblici (The French and Italian Communist Parties: comrades and culture, Frank Cass, London, 2003, pp.121-160), tradotto da Marzia Maccaferri.
Dalle analisi di Guiat è nata la discussione che qui di seguito pubblichiamo. Hanno partecipato Ettore Borghi, Giuseppe Gherpelli, Antonio Bernardi, lvanna Rossi, Alessandro Roccatagliati. Contiamo di mantenere aperta per il futuro la discussione su una tematica che ha segnato una lunga epoca della vita di Reggio Emilia…»

 

Memorie e biografie

Gianfranco Romani, Paolo Davoli, ultimo atto. Cavazzoli, storia di una frazione agricola di Reggio Emilia

«I l calvario di Davoli iniziò nel 1924 quando il suo nominativo già figurava negli elenchi delle persone pericolose che il fascismo al potere perseguiva. Una dimostrazione delle doti umane di Paolo, delle sue capacità di equilibrio politico anche nei confronti degli avversari, fu quando il segretario del fascio di Cavazzoli Nord, certo Barbieri, lo preavvertì amichevolmente: stà atèint dimòndi [tu Davoli stai molto attento]. dato che, come aveva visto il segretario in federazione, il suo nome figurava fra coloro che dovevano essere eliminati…»

Renzo Gianferrari, 1943-1945. Diario di prigionia

«Renzo Gianferrari nasce a Reggio Emilia il 15 settembre del 1922. Nel 1943, durante la seconda guerra mondiale, viene arruolato nell’esercito italiano. Quando, nel settembre di quello stesso anno l’Italia firma l’armistizio, la sua compagnia si trova in Jugoslavia insieme all’esercito tedesco.
Renzo diventa prigioniero di guerra il 30 settembre del 1943. Per circa un anno rimane a lavorare nei Balcani dove viene impiegato nella costruzione di una linea telefonica. Verso la metà del 1944 arriva in Germania, dapprima internato in un campo di lavoro, termina la prigionia lavorando presso fabbriche tedesche.
Nel marzo del 1945 viene liberato dagli alleati americani, per i quali, ormai da uomo libero, lavora alcuni mesi prima di rientrare in Italia (agosto 1945)…»

Giuseppe Spadoni, Partigiani nella notte verso l’Appennino

«Renzo Grassi, nome di battaglia Gigi, Edmondo Fontanesi, nome di battaglia Precis, erano agli inizi del 1944 due giovani che cercavano di aiutare la lotta di Liberazione come meglio potevano, senza mai staccarsi troppo dalle famiglie di origine che abitavano nei pressi di Rivalta.
Il compito assegnato loro dai comandanti partigiani era quello di staffetta e di controllo, quando era necessario, del deposito munizioni partigiano situato nei pressi del lago della Tibia (sulla strada fra Reggio e Montecavolo), ma la loro missione principale era quella di trasferire i nuovi aderenti alla lotta di Liberazione dalla Roncina, nei pressi di Codemondo…»

 

 

Didattica

Martina Coliva, Silvia Rapisarda, Brunella Sofì, Alla Leopardi. di Reggio Emilia. Il ‘900 alla scuola primaria: testimonianza di un percorso possibile

«Il ‘900 entra faticosamente nella primaria attraverso l’Educazione alla cittadinanza bistrattata e relegata a materia trasversale e sporadicamente affrontata. Tuttavia le celebrazioni e il ricordo di alcune date simboliche del calendario civile e laico come il 27 gennaio, il 10 febbraio (ovviamente non nella ex scuola elementare), il 25 aprile o il 2 giugno, date a volte cadenzate anche dalla festività e quindi dalla pausa scolastica, date rilanciate più o meno dai media e dal web, offrono la possibilità di trattare i temi di cui sopra anche nella scuola primaria…»

 

Materiale d’archivio

Michele Bellelli, Reggiani a Cefalonia e Corfù

«Grazie all’interessamento del professor Giuseppe Spadoni, ISTORECO, e per esso il Polo Archivistico comunale di Reggio Emilia, è venuto in possesso di alcune fotografie che ritraggono soldati italiani di stanza a Cefalonia nell’ estate del 1943.
Gli originali, gelosamente custoditi, appartengono ad Armando Rituani (nato a Reggio Emilia il 17 novembre 1922), veterano della divisione Acqui che sopravvisse ai terribili combattimenti, alle successive rappresaglie e alla deportazione. Si tratta complessivamente di nove fotografie che ritraggono tutte gruppetti di militari italiani parzialmente identificati…»

Note e rassegne

Cario Pellacani, Silvio D’Arzo: letteratura e società. Influssi e scelte dello scrittore reggiano

«Si vuole qui affrontare il coinvolgimento di Comparoni/D’Arzo nello scenario socio-politico che caratterizza la sua stagione terrena, e affrontare la possibilità che questo contesto possa aver interferito o trovato spazio nella sua produzione letteraria. Si tratta di un aspetto che non ha avuto, finora, adeguate indagini e che può svelare un lato poco noto di un protagonista d’eccezione della cultura reggiana della seconda metà del Novecento…» 

Gabriella Bonini, Emilio Sereni. Storia del paesaggio agrario italiano 50 anni dopo

«Emilio Sereni rappresenta nel panorama politico-culturale italiano del Novecento una delle figure più significative per la vastità e l’innovazione condotta nel lavoro scientifico, per la coerenza, il coraggio e la continuità nell’impegno civile rifonnatore.
È certamente uno dei protagonisti più importanti di quel marxismo italiano che ha espresso uomini come Antonio Labriola e Antonio Gramsci…»

Paolo Borruso, L’Italia e l’Africa nell’età post coloniale

«Il tema dei rapporti fra Italia e Africa nel periodo post-coloniale rientra in un campo di ricerca ancora inesplorato. Esiste infatti uno squilibrio storiografico con l’interesse per il periodo coloniale – molto vivo nel dibattito contemporaneistico – che conta ormai numerosi lavori. Il periodo compreso tra la fine degli anni ’50 e il decennio degli anni ’70 appare uno snodo rilevante, cbe vede l’Italia in una delicata transizione, quella della liquidazione definitiva dell’eredità coloniale e del crescente confronto con eventi di portata -globale., come la decolonizzazione africana. Sia sul piano politico che su quello dell’immaginario collettivo, si fa spazio un’ Africa diversa da quella coloniale, cui era abituata l’opinione pubblica italiana: un’Arica non più espressione di una miscela di esotismo, arretratezza, tribalismo, ma generatrice di nuove leadership politicbe e intellettuali, in grado di acquisire ruoli nazionali e internazionali…»

Danilo Morini, Davide Onfiani, segretario comunale di Bagnolo in Piano o gerarca fascista repubblicchino?

«Due storici di valore in loro recenti saggi continuano a definire in modo erroneo il ruolo e la figura del ragionier Davide Onfiani ucciso alle ore 18:10 del 27 dicembre 1943 alla stazione ferroviaria di Bagnolo in Piano ave, solo ed inerme, stava aspettando il treno per raggiungere nella vicina Correggio la propria numerosa famiglia…»

Angiolino Catellanl, Lezione di libertà: a Mario Carrara intitolato l’IPS di Guastalla

«Mario Carrara, nato a Guastalla (Reggio Emilia) il 10 novembre 1866, da famiglia ebraica proveniente da Busseto (Parma), dopo gli studi superiori al Liceo-ginnasio di Reggio Emilia si laureò in medicina e chirurgia a Bologna, ove fu prima allievo e poi assistente di Augusto Murri e del fisiologo Pietro Albertoni. Cresciuto nel culto della giustizia dal padre magistrato, pretore, in gioventù manifestò simpatie repubblicane, indi si accostò al socialismo…»

 

Recensioni

 

 

Percorsi

Ettore Borghi, Apologia della prima Repubblica. Una lettera

 «Il mio quesito concerne la cosiddetta prima repubblica, con inevitabili escursioni verso la seconda, già abbastanza longeva per rivelare aspetti celati della precedente. Allora, come si dà che, su questo tema, alla formazione del senso comune e, cosa più importante ancora, del linguaggio in uso nei mezzi di comunicazione di massa, megafono e riflesso del senso comune in un fitto gioco di rimandi, il ruolo degli storici sia stato modesto, nonostante i contributi di grande valore da loro forniti, per la maggior parte anche molto avvincenti e leggibili, dunque in grado di raggiungere una vasta area di lettori? Chi allora, quale matrice teorica ha egemonizzato, su questo tema, il discorso pubblico sino a coniare la stessa, discutibile denominazione/periodizzazione e ad imporne un significato liquidatorio di condanna, autentico vade retro? …»

 

 

 

 

 

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