A cura di Massimo Storchi

Il 3 a Genova si svolge l’Assemblea delle forze antifasciste, la manifestazione vede la presenza di protagonisti della Resistenza, parlamentari e intellettuali, molti i giovani. Il Consiglio della Resistenza chiede con energia lo scioglimento del MSI. Il Comizio di chiusura è tenuto da Ferruccio Parri. (Foto51, 52,53)

 

Il 4 a Roma, dove è in corso uno sciopero di due ore e sono fermi anche tram, autobus e metropolitana per dieci minuti,  la folla davanti alla Camera del Lavoro acclama la scarcerazione di Aldo Giunti, segretario della Camera del Lavoro, arrestato il 2 alla Stazione Termini nel corso di scontri in occasione della partenza di lavoratori romani diretti a Genova.

In serata bombe incendiarie vengono lanciate contro la sezione comunista del rione Salario e contro l’ufficio commerciale dell’ambasciata sovietica.

Alla Camera il MSI preannuncia il proprio voto contrario al Bilancio dell’Interno. (Foto54)

A Reggio la sera del 4 luglio, lunedì, a sostegno delle manifestazioni di Genova, il Consiglio Federativo della Resistenza organizza una manifestazione alla quale aderisce un ampio fronte unitario. La partecipazione è massiccia ed ordinata, le presenze sono concordemente stimate in circa 10.000 persone. Al termine dei discorsi tenuti dal sindaco Campioli, da Crocioni (P.Radicale) e Franco Boiardi (Consiglio federativo Resistenza) è prevista solo la deposizione di corone davanti al monumento al Partigiano in piazza della Libertà e quindi lo scioglimento senza la formazione di alcun corteo per le vie cittadine.

La presenza delle forze dell’ordine è discreta ed i punti nevralgici sono controllati da agenti in borghese pronti a richiedere, all’occorrenza, interventi di rinforzo. Un poliziotto in borghese si trova in via Roma all’altezza della sede del MSI ed è in quella zona che si verifica, verso le 21:30 il contatto tra un gruppo di comunisti diretti verso il centro ed alcuni giovani missini che stazionano presso la loro sede.

Il fatto è stato descritto in diversi modi e tutti finalizzati ad addebitarne la responsabilità alla parte avversa (Foto 55, 56). Un giovane comunista viene colpito al volto ed è costretto a ricorrere alle cure dei sanitari presso il vicino Ospedale. Con i segni della medicazione ben evidenti sul volto, questi si porta nella piazza dove gli oratori stanno ultimando i loro interventi e denuncia l’accaduto alle persone che lo attorniano. Nonostante gli inviti del sindaco Campioli a mantenere la calma ed a respingere la provocazione, un gruppo, di una ventina di unità, si allontana dalla piazza e si dirige lungo via Secchi nella direzione di via Roma per: “andare a dare una lezione ai fascisti”.

Nel frattempo, tuttavia, l’agente in borghese che aveva assistito alla scena del tafferuglio davanti alla sede del MSI, prevedendo complicazioni, aveva telefonato in Questura facendo affluire dalla vicina caserma un reparto di polizia comandato dal vice Questore Di Vincenzo. Gli automezzi si dispongono in modo da sbarrare l’accesso al quadrivio formato dall’incrocio di via Roma con via Secchi e via dell’Ospedale (oggi via Dante).  Il piccolo drappello di manifestanti si trova pertanto costretto a battere in ritirata. Ormai la scintilla è scattata e quando questi si ripresentano in piazza trovano facilmente l’adesione di un gruppo ben più nutrito (da 200 a 500 persone a seconda delle fonti) pronti a portare a compimento la spedizione punitiva. L’intenzione è palese: prendere d’assalto la sede missina che tuttavia a quel punto risulta ben presidiata dai militari.

L’area viene ben presto accerchiata e dalle diverse vie confluenti su via Roma giungono sempre più manifestanti ad ingrossare le fila di coloro che premono per superare lo sbarramento delle camionette. In un tentativo di soluzione, probabilmente velleitario, Campioli chiede che venga concessa l’autorizzazione a che un corteo sfili davanti alla sede del MSI per poi sciogliersi pacificamente. L’atmosfera appare tuttavia troppo tesa e la richiesta viene respinta da Di Vincenzo. All’ordine di disperdersi i manifestanti oppongono il lancio di materiale edile raccolto nei numerosi cantieri presenti nelle zone circostanti. Hanno quindi avvio i caroselli delle camionette della celere che intendono mantenere libero lo spiazzo davanti alla chiesa di S.Giacomo.

Nel frattempo la manifestazione in piazza aveva avuto termine e le due camionette dei carabinieri che vi stazionavano vengono inviate di rinforzo in via Roma. I manifestanti, per agevolare l’azione di disturbo e garantirsi le vie di fuga, rompono diversi lampioni mettendo al buio le strade circostanti. Dopo circa due ore di scontri ed il fermo di alcuni dimostranti, le forze dell’ordine sembrano avere la situazione sotto controllo.

Nel rientrare nella propria caserma di corso Cairoli, le due camionette dei carabinieri cadono in una imboscata quando, risalita via Secchi, svoltano in via Spallanzani. Dal terrapieno, a lato del teatro Municipale, parte, improvvisa e da posizione sopraelevata, una violenta sassaiola che manda in frantumi i vetri delle cabine ferendo gli occupanti. I mezzi sono costretti a fermarsi, valutata, tuttavia, la precarietà della posizione, il comandante del reparto, il capitano Basanisi, dà l’ordine di avanzare, e, con l’aiuto del sottufficiale seduto a fianco del guidatore, anch’egli contuso, i mezzi riescono ad allontanarsi.

Il bilancio della serata è tutto a favore dei dimostranti. Oltre al giovane colpito dai missini,  si è registrato un solo manifestante ferito, per altro colpito per errore da un sasso proveniente dalla propria parte, contro trentuno militari che hanno dovuto ricorrere alle cure dei sanitari. Nel corso dei disordini la polizia ha fatto uso dei lacrimogeni, ma nessun colpo di arma da fuoco è stato esploso.

Sulla vicenda gli onorevoli liberali Farioli (reggiano) e Bignardi presentano un’interpellanza alla Camera, raccogliendo le proteste contro i manifestanti in sede locali dei Giovani liberali e dell’Associazione Partigiani cristiani.

 

 

 


Gli approfondimenti vanno parte delle nostre iniziative per il 60° anniversario dai Morti di Reggio Emilia

Per i morti di Reggio Emilia – 1960-2020


“Morire in piazza” – Nuova stanza di Livello 9

Uno dei principali progetti portati avanti da Istoreco in questi anni è Livello9, il museo virtuale dei luoghi del ”900 di Reggio Emilia. Il 6 luglio 2020, in occasione della ricorrenza, verrà pubblicata “Morire in piazza”, la nuova stanza digitale dedicata agli episodi di repressione e violenza contro chi manifesta avvenuti nel territorio reggiano.

Il 10 luglio, poi, verrà organizzata una passeggiata storica nel centro cittadino. Il 6 luglio, potrete scoprire i dettagli di “Morire in piazza” sul sito www.livello9.it