“Ci ritroveremo assieme, come ogni anno, nel rispetto della normativa anti Covid-19, per commemorare i caduti di Minozzo nell’estate del 1944, durante un rastrellamento nazista. Si tratta di una ricorrenza che ancora oggi suscita profonda commozione nei minozzesi e in tutta la nostra gente”: così il sindaco Elio Ivo Sassi annuncia, anche in veste di presidente provinciale dell’Associazione liberi partigiani italiani – partigiani cristiani, la solenne cerimonia che si terrà domenica 1 agosto nel salone attiguo alla pieve minozzese, momentaneamente chiusa per opere di restauro.

Il programma prevede, alle 11, la celebrazione della messa da parte del parroco don Fernando Immovilli, cui faranno seguito gli interventi dello stesso Sassi e del consigliere regionale Stefania Bondavalli. Si proseguirà con un omaggio floreale e con la benedizione della lapide che ricorda le vittime. La manifestazione, che è indetta, oltre che dal Comune e Alpi-Apc, dal locale centro studi Fiamme verdi, da Anpi e dall’istituto Istoreco, sarà accompagnata dalle note musicali del corpo bandistico di Villa Minozzo.

“Nell’occasione – spiega Elio Ivo Sassi – sarà pure ricordato Jean Dabrainville, ventenne francese che era stato arruolato dai tedeschi come autista ma che, alla prima occasione, si era aggregato ai partigiani ed era stato mandato a combattere in montagna. Fu ammazzato il 30 luglio 1944. Nel luogo della sua fucilazione, a Ponte Sponda, poco dopo La Pioppa, lungo la via principale per Villa, cinque anni fa abbiamo collocato una croce alla memoria”.

Dopo un giorno fu barbaramente ucciso un altro giovane, il minozzese Osvaldo Caselli, ventidue anni, studente in medicina, con cui il ragazzo d’oltralpe si era conosciuto ed aveva stretto amicizia.

“Persero inoltre la vita, il 4 agosto, fucilati nei dintorni del camposanto – prosegue il primo cittadino e presidente dell’Alpi-Apc reggiana – altri quattro abitanti di Minozzo, Luigi Milani, Davide Albertini, Riziero Albertini e Carlo Attolini, nonché Armando Dallari e Leonildo Dallari di Maro, in comune di Castelnovo Monti. Durante le giornate precedenti, sempre nella zona di Minozzo, erano stati trucidati altri minozzesi, Vittorio Martinelli, Giuseppe Razzoli, Antonio Marazzi, Pellegrino Antichi, Lealdo Croci e Telesforo Costoli, oltre a Nello Cotti di Carniana e ad Italina Vacondio di Reggio Emilia”. La lapide, collocata sul muro esterno del cimitero, in prossimità della strada, rievoca anche lo stesso universitario Caselli e altre tre persone catturate nel medesimo rastrellamento e poi decedute in luoghi di deportazione: Guido Tacchini, Pietro Farioli e Florindo Farioli.

La commemorazione, alla sua settantaseiesima edizione, si avvale infine dell’adesione dell’Unione montana, degli Usi civici di Minozzo, del Gruppo alpini villaminozzesi, della locale Croce verde, della Federazione italiana volontari della libertà, dell’Arcipretura minozzese, dell’Associazione carabinieri, del Museo della repubblica di Montefiorino e di Villacultura.