Tra novembre e dicembre verranno realizzati i laboratori per le Pietre d’Inciampo che verranno posate il 12 e 13 gennaio 2018 a Toano, Sant’Ilario d’Enza e Guastalla.
Cos’è una Pietra d’Inciampo?
Un sanpietrino di ottone di 10 per 10 cm, sistemato in modo da sporgere leggermente dall’asfalto. Chi ci si imbatterà, la colpirà col piede, si chinerà per vedere in cosa é inciampato e si troverà di fronte a una nuova storia da conoscere. Nascono da un’idea dell’artista berlinese Gunther Demning, che da oltre 20 anni installa le pietre in tutta Europa davanti alle case in cui vivevano le vittime della persecuzione fascista e nazista, in cui furono arrestate o da cui dovettero fuggire.
Le Pietre d’Inciampo sottolineano il carattere capillare della deportazione, il legame di tutte le nostre città con i campi nazisti di concentramento e di sterminio. Svelano spesso una collaborazione da parte dei fascisti locali e, soprattutto, danno un nome e una storia alla persona che si voleva ridurre a un numero. Le prime 35 Pietre d’Inciampo reggiane sono state collocate tra il 2015 e il 2017 a Reggio Emilia, Correggio, Cadelbosco, Guastalla e Castelnovo ne’ Monti. Sono state posate in memoria delle vittime del nazismo e del fascismo, nell’ultimo luogo in cui hanno abitato da persone libere.
Il progetto di ricerca per ridare un volto e una biografia a quei nomi è curato dal gruppo di lavoro di Istoreco con alcune classi dell’Istituto “D’Arzo” di Montecchio, dell’Istituto “Dall’Aglio – Cattaneo” di Castelnovo Monti e dell’Istituto “Russell” di Guastalla, come momento di preparazione ai Viaggi della Memoria a Cracovia Auschwitz, a Praga-Terezin e a Berlino. Abbiamo visitato le vie dove vivevano i deportati, intervistato i vicini, cercato negli archivi e rintracciato i famigliari.
L’iniziativa, diffusa ormai in 20 paesi europei, è partita a Colonia nel 1995 e ha portato finora all’installazione di oltre 60.000 “pietre”, anche in Italia come per esempio a Roma, Genova, Livorno, Prato, …
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