Questo articolo di Sara Di Puorto è tratto da una ricerca portata avanti da Margherita Davoli, nata a Reggio Emilia nel 1989. Margherita ha conseguito la laurea triennale al Politecnico di Milano, in Scienze dell’Architettura con una tesi storica sulla sinagoga di Reggio Emilia.

A questo LINK, i lettori potranno accedere ad un testo online in cui viene illustrato il Tempio Maggiore Israelitico di Reggio Emilia, i suoi elementi principali ed un’infarinatura generale sulla presenza ebraica nel territorio reggiano.

La presenza ebraica a Reggio Emilia si protrae nel corso dei secoli, divenendo sempre più importante, soprattutto nel corso del Novecento. La prima testimonianza risale al 1393, mentre, nel 1544, una bolla papale attesta la loro presenza, descrivendo una comunità di poche decine di ebrei. Successivamente la Comunità iniziò ad allargarsi, acquisendo diverse proprietà nella città, tra cui la città di Correggio, Scandiano, Guastalla ecc…

In queste città, e non solo, si sviluppano realtà difficili da immaginare oggigiorno, ad esempio; il ghetto, ma anche altre dedicate al culto sacro, come il Tempio e le sinagoghe. Non vi sono molte informazioni riguardo alla prima sinagoga costruita nel ghetto, ma è possibile ricavare qualche notizia sulle sue caratteristiche dai documenti d’archivio posteriori collocati all’interno del sito. La costruzione del nuovo Tempio di Reggio Emilia venne ultimata nel 1858, un anno prima dell’abolizione ufficiale dei ghetti e nel periodo dei moti risorgimentali.

Successivamente, fu inaugurato il 15 Gennaio 1858, prima con una solenne cerimonia privata e, in seguito, con una celebrazione pubblica, concretizzando la nascita di un nuovo spazio religioso della Comunità. La seconda guerra mondiale danneggiò seriamente l’edificio, infatti la cupola di copertura dell’aula centrale fu quasi completamente distrutta, mentre gli arredi sacri, furono trasferiti ad Israele. Il Tempio fu così completamente abbandonato, in stato di rovina.

Dalla fine degli anni ‘90, la Comunità ebraica e il Comune di Reggio iniziano a pensare a un restauro dei locali che ha inizio negli anni 2000. Dopo il restauro quella che era stata una sinagoga viene utilizzata sia come testimonianza della Comunità israelitica ormai scomparsa, sia come spazio espositivo. Questo spazio socio-religioso acquisisce così una nuova funzione: un luogo non soltanto al servizio della Comunità Israelitica, ma di tutta la città.

Sara Di Puorto