Oggi facciamo un salto nella Germania post-bellica descritta dallo scrittore Heinrich Böll, premio Nobel per la letteratura nel 1972, attraverso gli occhi di un clown nel pieno di una crisi non solo artistica, ma anche esistenziale. Questo romanzo è un capolavoro assoluto non solo della letteratura tedesca del movimento denominato Trümmerliteratur, cioè “letteratura delle macerie” relativo al periodo della ricostruzione dai bombardamenti del secondo conflitto globale, ma di tutta la letteratura mondiale.

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Il protagonista del racconto, narrato in prima persona, è il clown Hans Schnier. Tutto si svolge in sole tre ore, in una camera d’albergo a Bonn nel 1962. Attraverso l’uso delle analessi, continui riferimenti al passato e ritorni ad un presente più che mai sconsolato e malinconico, si scopre quella che è stata fino a quel momento la vita del nostro pagliaccio. È la vita di un artista, che a 21 anni lascia gli studi per seguire quello che era il suo sogno e la sua ambizione, contro cui nemmeno i genitori, separati e completamente immersi in un sistema più che mai borghese e distante dal mondo del figlio, possono opporsi in alcun modo.

Proprio in questo momento di sconforto, dovuto alle critiche che girano sui giornali di tutto il paese, il padre va a fargli visita con l’intento di fornirgli un aiuto concreto. Ma i rapporti sono irreparabilmente tesi. Hans rinfaccia a suo padre di non aver mai usufruito della ricchezza della famiglia, a causa della tirchieria della madre, e soprattutto in una conversazione al telefono con lei, una delle tante con cui il pagliaccio cerca di mettersi in contatto con i suoi conoscenti alla disperata ricerca di un prestito, rimprovera, come ha sempre fatto, di non aver impedito alla sorella Henriette di arruolarsi nella difesa antiaerea Flak, evento che in seguito l’ha portata alla morte.

Ma non sono solo le critiche e i problemi di lavoro che hanno portato il comico a questa deprimente situazione. Quello che lo ferisce di più è la fine della sua storia d’amore con la cattolica Maria. I due non si sono mai sposati, anche a causa del  rifiuto di Hans di firmare una carta in cui veniva stabilito che i loro figli sarebbero cresciuti secondo precetti cattolici. Ma proprio questo inconciliabile stile di vita porterà Maria ad abbandonare Hans sposandosi poi con il tanto odiato borghese e cattolico Züpfner.

Così nella camera d’albergo il clown che non diverte e soprattutto non si diverte più, si rimette a pensare al suo passato e al suo amore perduto per sempre.

Lo consigliamo perché…

Heinrich Böll ci ha regalato con questo romanzo una critica alla società post-bellica e del miracolo economico della rinascita della nuova società democratica tedesca, con un riferimento speciale al versante borghese di questo nuovo periodo storico. La borghesia che negli anni ’60 era favorevole ad una nuova democrazia, era la stessa che non è mai stata troppo ostile al nazismo, sempre pronta a riproporre la sua ipocrisia e i suoi pregiudizi.

Ma Hans Schnier non vuole sottostare alle regole della società e alle sue imposizioni, cercando continuamente la sua libertà e la verità in un sistema politico e sociale falso e corrotto. Ma qual è il prezzo per questa tanto bramata libertà che lo ha portato ad essere un artista?

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Heinrich Böll