Uscito postumo nel 1949 Apologia della storia è uno dei capisaldi della metodologia della ricerca storica e della storiografia. Un libro scritto dallo storico francese Marc Bloch.
Quando Bloch scrisse questo libro, pubblicato dal suo grande amico Lucien Febvre, e storico lui stesso, insieme al quale fondò la rivista “Annales d’histoire economique et sociale”, si trovava in una condizione molto difficile. Dopo il giugno 1940, metà della Francia era sotto il dominio tedesco e, a causa della sua origine ebraica, Bloch fu espulso dalla Sorbona e costretto a trasferirsi a Montpellier.
Bloch, nonostante una situazione personale molto difficile e pericolosa, scrisse Apologia della storia o mestiere di storico in forma semplice e chiara. Come sostiene lo stesso autore nell’“Introduzione”, è un libro ideato per rispondere a una semplice domanda che un bambino potrebbe porre al proprio padre: “Mi spieghi a che serve la storia?”. Da questa semplice domanda, Bloch analizza via via il tema e, procedendo dal generale al particolare, sostiene che tutte le scienze hanno il loro fascino e così anche la ricerca storica è dettata dall’esigenza del “vivere meglio” e dallo “sforzo verso il miglioramento della conoscenza”. Bloch sostiene l’importanza della interdisciplinarietà con altre materie, in particolare con quelle umanistiche. Nel primo capitolo si sofferma sull’oggetto della storia e definisce lo storico con un’immagine evocativa e “terribile”: “Il buon storico assomiglia all’orco della fiaba: là dove fiuta carne umana, là sa che è la sua preda”. Il secondo, il terzo e il quarto capitolo, mostrano i problemi con cui “l’orco” deve confrontarsi e delinea il mestiere di chi si occupa di storia. Il secondo capitolo “L’osservazione storica”, in particolare, si occupa delle testimonianze dirette e indirette e del fatto che lo storico molte difficilmente può verificare direttamente ciò che racconta. Il terzo capitolo, “La critica”, evidenzia un altro problema, ovvero quello della veridicità delle testimonianze e delle fonti usate, mentre nel quarto “L’analisi storica”, tratta il tema complesso della nomenclatura, ovvero i nomi che lo storico attribuisce ai fenomeni che studia. Il quinto capitolo, rimasto senza titolo e incompiuto, abbozza una riflessione sui rapporti fra causa ed effetto.
Lo consigliamo perché…
Nonostante sia un saggio storico, grazie alla semplicità e alla chiarezza che lo contraddistingue, è un libro adatto e scritto per tutti. Con questa sua opera postuma, Marc Bloch chiarisce una volta per tutte che la storia non è noia. La storia, al contrario, è una scienza attiva, che talvolta, se ci si lascia ammaliare dal suo fascino, può essere molto coinvolgente.
«Se fossi un antiquario non avrei occhi che per le cose vecchie. Ma sono uno storico. Ecco perché amo la vita», con queste parole di Henri Pirenne, Marc Bloch, accomiatandosi, spiega il significato dell’Apologia, scritta prima che venisse torturato e poi fucilato dalla Gestapo il 16 giugno 1944.