In bellissime giornate di sole, i nostri paesaggi sembrano un po’ rinascere, ma sappiamo quanto i fitti banchi di nebbia e le nuvole grigie sono dietro l’angolo pronti a fare una nuova comparsa. Osservare la pianura padana è decisamente affascinante attraverso questa serie di racconti così legati a questo paesaggio, al piatto estendersi di campi agricoli, zone industriali, vita rurale, caos e silenzio.

Nel libro che vi proponiamo oggi, “Narratori delle pianure”, di Gianni Celati, edito da Feltrinelli, l’autore si sofferma sui personaggi che abitano questo luogo, individua dettagli piccoli e bizzarri che guardati singolarmente, sottolineano le stranezze e le contraddizioni di cui gli esseri umani si circondano durante la costante ricerca di normalità, equilibrio e approvazione.

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Il paesaggio talvolta contrasta o enfatizza le vicende umane che l’autore racconta, attraverso una propria rielaborazione di racconti che egli aveva a sua volta ascoltato e raccolto. Grazie alla sua scrittura asciutta, seppur a tratti meravigliosamente poetica, si osservano dall’esterno l’alienazione e i controsensi della vita  di gente comune. La Pianura padana è così raccontata attraverso la gente che vi vive, le grandi città, così come i centri meno conosciuti e i villaggi. Si passano Gallarate, Milano, Codogno, Mirandola, Sermide, Polesella, Ferrara in un lento e silenzioso viaggio itinerante lungo il fiume Po.

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Gianni Celati

Lo consigliamo perché:

Lo sguardo di Celati è affascinante, soprattutto per chi vive in questo peculiare paesaggio, che tanto cambia nel corso dei decenni, e, nonostante tutto, rimane anche così simile a se stesso, i cui legami con la propria storia e le proprie origini rimangono visibili anche attraverso le tracce lasciate dagli alti e bassi dell’industrializzazione che l’hanno caratterizzato.

Sono racconti ma anche fotografie di un mondo tanto reale quanto surreale, che portano il lettore a chiedersi quali assurde storie potrebbero portare con sé luoghi e persone, e lo ispirano a rallentare gli spostamenti quotidiani per poter osservare meglio dettagli invisibili ad un occhio frettoloso.