Oggi vi presentiamo un saggio su un argomento poco affrontato nella storiografia italiana contemporanea: le colonie italiane nell’Egeo. A raccontarcele, non solo con riferimenti bibliografici ma anche fonti orali degli ex colonizzati greci, è “Una faccia, una razza”, di Nicholas Doumanis, edito da Il Mulino.

Il titolo riprende non solo un modo di dire greco utilizzato nei confronti degli italiani, ma anche una famosa battuta del film “Mediterraneo” di Salvatores su un manipolo di soldati nostrani, al comando del sergente Lorusso (Abatantuono), che si ritrovano tagliati fuori dal mondo in una delle tante isole del Dodecaneso durante la seconda guerra mondiale. La pellicola vinse l’Oscar nel ’92, e rappresenta un’ottimo prodotto, se non il migliore, per approfondire la non facile convivenza tra colonizzati e colonizzatori.

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Lo consigliamo perché…

Rodi, Coo, Lero e alcune altre isole fra Grecia e Turchia furono, tra il 1912 e il 1943, possedimenti coloniali italiani. Collocandolo nella sua cornice storico-geografica, l’autore affronta il tema del colonialismo italiano nel Dodecaneso, di cui segue le diverse fasi nell’intento non solo di narrare la storia di una occupazione trentennale ma anche di verificarne l’impatto e la memoria nella popolazione locale. Doumanis amplia la sua analisi “dal basso” fino a toccare questioni assai dibattute, relative alla politica del colonialismo italiano, alle identità nazionali e regionali, alla complessità della memoria collettiva, all’emergere del nazionalismo greco. Andando oltre gli stereotipi – come quello, pur radicato, di una “colonizzazione buona” – questa pregevole indagine storico-etnografica ha il merito di esplorare una realtà posta ai margini dell’Europa e rimasta a lungo poco frequentata dagli storici.

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