RS-Ricerche Storiche”, 1975/26-27, pp. 5-14

È doveroso per noi, dopo 30 anni, tracciare un bilancio per quanto possibile esauriente, dell’impegno e del sacrificio di Reggio Emilia e provincia nella guerra di Liberazione.
Non è questo il primo tentativo del genere, ma in passato, accanto a pubblicazioni molto attendibili, ne comparvero altre lacunose. L’esempio di “svista” più appariscente è quello dei “cinquecento caduti” a cui accenna la motivazione con la quale venne concessa nel 1950 al medaglia d’oro al valor militare al Comune di Reggio Emilia. I caduti reggiani, ora, risultano essere ben 626. Agli effetti della proposta di decorazione si era utilizzata la cifra dei caduti nelle formazioni reggiane (che furono 511), mentre si dovevano considerare caduti reggiani i cittadini qui residenti e caduti nel Reggiano ma anche in altre province e all’estero.
I compilatori dell’Albo d’oro della provincia di Reggio E. caduti nella guerra di Liberazione 1943-1945, edito dall’A.N.P.I. nel 1950, applicarono invece molto rigidamente (anche se giustamente) il criterio della residenza e per questo il libro è ancora oggi un documento valido.
Questa scelta provocò tuttavia qualche critica, poiché essi dovettero non considerare come “nostri” caduti, ad esempio, un Bandi Domenico, medaglia d’oro “alla memoria”, nato a Villa Minozzo e caduto a Ciano, ma residente a Bologna, o un Felice Montanari, proposto pure per la massima decorazione al v.m., caduto a Boretto, ma proveniente da Canneto sull’Oglio, nel Mantovano.
Il presente brevissimo studio, intende in certo modo ovviare a questa e ad altre lacune o inesattezze, naturalmente omettendo qualche dato acquisito, come quello della consistenza delle formazioni partigiane reggiane (9.954 al 20 aprile 1945 secondo i dati dell’epoca, e 9589 secondo i dati ufficiali di riconoscimento ai quali vanno aggiunti i 1.776 “benemeriti”) .
Più utile è apparso presentare dati rielaborati con criteri particolari; come l’apporto in combattenti e in caduti di tutti i Comuni reggiani, la statistica delle azioni partigiane suddivise per mese, quella dei caduti suddivisi anche per formazione di appartenenza ecc.
Deliberatamente, parlando del contributo reggiano nel numero di “Ricerche Storiche” dedicato al XXX, ci si vuole limitare a questa sorta di computo, nell’intento di fornire dati storici utili a quanti si interessano della materia e di assolvere, pertanto, ad uno dei nostri principali compiti, come Istituto e come Rivista.

Guerrino Franzini

1) Non sono comprese nel sommario le seguenti azioni: deposizioni di mine, spargimenti di chiodi antigomme, distruzioni di cartelli indicatori, recuperi che non rivestono le caratteristiche di azioni armate.

2) si considerano sabotaggi rilevanti le distruzioni di ponti, le interruzioni stradali e ferroviarie, i deragliamenti di treni, gli impedimenti di raduni di bestiame, le distruzioni di materiale bellico di una certa entità, l eliminazioni di ammassi viveri.

3) Sono considerati sotto questa voce i recuperi in quantità notevole di armi, materiale bellico, vestiario, bestiame, viveri del nemico o da esso bloccati.

Per approfondimenti, consulta il file allegato

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