01 Reggio Emilia
Fermata totale del lavoro alla fabbrica “Lombardini”. Intervento della G.N.R. Vari arresti.

03 Correggio
Viene ucciso un “triumviro federale”.

04 Cerredolo
Durante la notte del 4 maggio un gruppo di partigiani modenesi attacca il presidio della GNR a Cerredolo. Sopraffatti i 20 militi presenti, ne uccide 12, si impossessa di 25 quintali di grano dell’ammasso e si ritira alle basi di partenza. I 100 repubblichini mandati di rinforzo arrivano tardi, ma nel corso della giornata arrestano cinque sbandati a Castagneto. Ne uccidono subito uno mentre gli altri quattro vengono fucilati sulla piazza di Cerredolo.

05
Partigiani operanti nella Val d’Enza, vuotano l’ammasso di Selvanizza distribuendo il grano alla popolazione.

12 Villa Sesso e Villa Cavazzoli (Reggio Emilia)
In varie località, hanno luogo manifestazioni di donne per protestare contro la distribuzione del latte scremato, esigendo la consegna del latte intero dai caseifici. In due casi i militi aprono il fuoco. A Massenzatico i militi feriscono un civile.

15 Cavriago
Sciopero in due stabilimenti: 15 operai su 35 della ditta Govi (tessuti) e 35 operai su 52 della ditta Melloni (imballaggi).
Patrioti dela pianura assaltano e disarmano il presidio GNR di San Rocco di Guastalla. Due fascisti morti e uno ferito. Recupero di 8 moschetti, una cassa di bombe a mano, molte munizioni.

17 Minozzo
Partigiani fermano un pullman di linea catturando 9 militi della GNR.

19 Val d’Asta
Ha luogo nella notte il primo lancio di armi e materiali da parte di un aereo alleato. Vengono raccolti 6 mitragliatori, 120 mitra, varie casse di bombe a mano e munizioni.

24 Villa Minozzo
Tre distaccamenti di partigiani reggiani, con l’aiuto di una formazione modenese, attaccano all’alba iI presidio fascista di Villa Minozzo, forte di 150 uomini. La sorpresa non riesce. Il paese viene isolato con l’interruzione delle linee telefoniche e con sbarramenti stradali. Per tutto il giorno si combatte. Nel pomeriggio, intervento di aeroplani nemici. L’assedio viene tolto al tramonto prima dell’arrivo in zona delle truppe che devono condurre, per l’indomani (l’ultimo giorno di franchigia per gli sbandati è oggi) l’annunciato rastrellamento.Perdite partigiane: 1 morto (Franco Casoli, decorato con medaglia d’argento alla memoria) e 6 feriti.
– Reggio Emilia
I gappisti giustiziano in viale Timavo il fascista Giacomo Iotti. Lo stesso giorno Savorgnan emana disposizioni restrittive con un decreto che vietava in tutte le ore la circolazione delle biciclette nel centro urbano e in periferia. Mediante azione partigiana fatta eseguire presso l’UNUCI, il Cln provinciale entra in possesso delle schede degli ufficiali che, cedendo alle pressioni fasciste, si sono dichiarati disposti a prestare giuramento di fedeltà alla Repubblica sociale. Lo stesso Cln ne dà notizia con un manifestino di ammonimento diretto agli ufficiali.

25 Villa Minozzo-Coriano
I fascisti giunti da Reggio iniziano il rastrellamento puntando sulla Val d’Asta da due direzioni, con due colonne: una autotrasportata e una appiedata. Quest’ultima viene attaccata e fermata presso Coriano. La prima, presso Governara, cade sotto il tiro di una postazione partigiana. I fascisti riportano le perdite di 10 morti e 20 feriti. Interrompono le operazioni e ritornano a Reggio. Nessuna perdita fra i partigiani. Reggio Emilia Viene istituito dalle autorità fasciste il primo servizio obbligatorio di civili per la sorveglianza alle linee telefoniche spesso sabotate dai partigiani.
Il 25 maggio ’44 scade l’ultimatum per presentarsi in caserma; dopo tale data viene promessa “un’azione militare per stroncare l’attività dei nuclei di sbandati.
Fabbrico
Viene ucciso il commissario fascista del luogo.

30
I fascisti incapaci di controllare il movimento partigiano della pianura, benché pubblicamente proclamassero di non commettere azioni individuali di rappresaglia, ricorrevano spesso a questo mezzo uccidendo di notte, presso le loro abitazioni o in aperta campagna dopo averli prelevati, cittadini sospettati di antifascismo. La notte del 30 maggio fascisti dell’UPI uccisero in tre luoghi diversi i detenuti Armando Disteso (via Guasco), Luigi Lolli (tra Villa Gaida e Villa Cadè), Natale Romagnoli (presso Vezzano) col pretesto che tentavano di evadere.