Commemorazione dell’Eccidio di Fellegara 3 gennaio 1945 – 3 gennaio 2021

Anche quest’anno l’Amministrazione comunale di Scandiano propone la rassegna Scandiano(R)esiste 2021, un percorso attraverso i fatti, i luoghi e le persone della Resistenza di ieri e di oggi per consolidare il valore della forza delle idee, della partecipazione attiva di ogni singolo individuo allo sviluppo della comunità.

Il primo appuntamento in calendario è quello del 3 gennaio dell’Eccidio di Fellegara agguato fascista in cui persero la vita quattro giovani scandianesi, fucilati nei pressi del ponte sul Tresinaro della frazione del Comune di Scandiano.

A causa della situazione epidemiologica in corso l’iniziativa si terrà a ranghi ridotti alla sola presenza del Sindaco Matteo Nasciuti, dell’Assessore alla cultura Matteo Caffettani, del Presidente del Consiglio comunale Paolo Meglioli e di una rappresentanza di ANPI Scandiano con il suo Presidente Bruno Vivi.

Per conservare la memoria di un fatto storico tanto importante e profondamente sentito da tutti gli scandianesi che potranno così partecipare anche a distanza, l’Amministrazione comunale ha organizzato una diretta Facebook dell’evento a partire dalle ore 11 che verrà trasmessa sulla pagina Facebook e sul canale Youtube del Comune.

A seguire, dalle ore 12, sempre sulla pagina Facebook e sul canale Youtube del Comune, verrà messo on line il video racconto “3 gennaio 1945 – 3 gennaio 2021 in memoria dell’Eccidio di Fellegara” che ripercorre la storia dell’eccidio attraverso le testimonianze di alcuni protagonisti dell’epoca e di alcuni parenti delle vittime.

L’eccidio di Fellegara 3 gennaio 1945. I fatti storici

Nella notte tra il 2 ed il 3 gennaio 1945 un reparto della Brigata Nera di Reggio, al comando del famigerato tenente Emilio Carlotto, arriva a Fellegara per effettuare un rastrellamento.

Vengono presi in ostaggio quattro giovani: Roberto Colli detto “Riva” di 23 anni; Nemo Gambarelli detto “Italo” di 20 anni; Mario Montanari detto “Nero” di 25 anni; Renato Nironi detto “Ida” di 22 anni.

I fascisti fermano altri 15 giovani, li portano all’osteria dove li interrogano brutalmente, poi li rilasciano intimando loro di presentarsi il giorno dopo al Distretto Militare per essere arruolati e inviati a combattere. Molti di quei ragazzi scelgono invece di raggiungere i partigiani in montagna. I quattro giovani presi in ostaggio sono interrogati e torturati, poi caricati su un automezzo per essere portati in Piazza Spallanzani dove i fascisti intendono impiccarli. Ma sul ponte per Arceto, la Brigata Nera con i prigionieri si imbatte in una squadra di partigiani “Garibaldini” diretti alla via Emilia per un’azione di sabotaggio. Nella sparatoria viene ucciso un fascista e rimane ferito un partigiano. I partigiani, molto inferiori numericamente, si ritirano e il tenente Carlotto fa fucilare sul posto i quattro ragazzi.

Il giorno dopo la Brigata Nera ritorna in forze e fa un nuovo rastrellamento a Fellegara, che però rimane senza esito perchè quasi tutti gli abitanti nel frattempo si sono allontanati dal paese cercando rifugio altrove.

Per diversi giorni i corpi dei quattro giovani partigiani vengono lasciati a terra nella neve, con il divieto ai familiari di poterli recuperare e dare loro una degna sepoltura.

Lo stesso comando provinciale tedesco, con una lettera firmata dal maggiore Frase del Plazkommandantur, espresse disappunto per la “fucilazione completamente ingiustificata dei quattro giovani” e per la ferocia della Brigata Nera che con la sua brutalità esasperava gli animi e rendeva ancora più popolare il movimento di Resistenza al nazifascismo.

A Fellegara, in via Ca’ Mercati, presso il ponte sul Tresinaro, subito dopo la Liberazione venne realizzato un cippo in ricordo dei i 4 giovani uccisi.

Roberto Colli “Riva”
Nemo Gambarelli “Italo”
Mario Montanari “Nero”
Renato Nironi “Ida”