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CRONOLOGIA

 

100 GIORNI DI STORIA (aprile-luglio 1960)

8 aprile il Governo guidato da Fernando Tambroni (DC) riceve la fiducia della Camera con 300 voti favorevoli (democristiani, missini e monarchici) e 293 contrari (comunisti, socialisti, socialdemocratici, liberali e repubblicani).

11 aprile dopo il passo indietro dei Ministri democristiani Bo, Pastore e Sullo che non volevano fa parte di un Governo che si reggeva sui voti determinanti del MSI, il Governo Tambroni è costretto alle dimissioni.

23 aprile dopo la rinuncia dell’incarico a formare un nuovo Governo da parte di Fanfani, inviso alla destra democristiana, la Presidenza della Repubblica respinge le dimissioni del Governo Tambroni e lo invita a presentarsi al Senato per il voto di fiducia.

26 aprile dopo le imponenti manifestazioni del 25 aprile sotto la parola d’ordine “via il Governo reazionario-fascista di Tambroni”, 500 giovani sfilano per le vie di Reggio Emilia per protestare contro la comparsa di svastiche sui muri cittadini.

29 aprile il Governo Tambroni riceve la fiducia anche al Senato sempre con i soli voti di democristiani, missini e monarchici. I Ministri Bo, Sullo e Pastore confermano le dimissioni. La sera stessa dal Ministero dell’Interno viene inviata una nota a tutti i Questori e Prefetti che li metteva in “preallarme” e raccomandava di “evitare ogni manifestazione contraria al Governo”.

30 aprile il deputato del MSI Almirante vuole tenere un comizio a Reggio Emilia. Piazza Prampolini è invasa da antifascisti che vogliono impedirne il provocatorio comizio alla vigilia del Primo Maggio. Duri scontri con la polizia nei quali vengono denunciate 24 persone e rimane ferito l’Onorevole Otello Montanari (PCI).

21 maggio a Bologna, durante una manifestazione autorizzata, reparti della polizia attaccano la piazza in cui stava svolgendo un comizio l’Onorevole Gian Carlo Pajetta (PCI). 10 arresti e diversi feriti, fra cui l’Onorevole Giovanni Bottonelli (PCI).

7 giugno dopo che il Movimento Sociale Italiano ha annunciato di voler tenere il suo Congresso nazionale a Genova, città Medaglia d’Oro della Resistenza, comunisti, socialisti, socialdemocratici, repubblicani, radicali e forze sindacali condannano fermamente tale scelta, denunciandone il carattere provocatorio e l’offesa per la città.

25 giugno a Genova sciopero delle scuole e dei portuali contro il Congresso del MSI. Due ore di scontri tra antifascisti e forze dell’ordine, che attaccano un corteo che si recava a rendere omaggio al monumento ai Caduti Partigiani.

27 giugno a Palermo sciopero provinciale indetto da Cgil, Cisl e Uil per migliori salari e contro la disoccupazione. Si registrano violenti scontri tra manifestanti e polizia: un lavoratore viene ferito da un colpo di pistola sparato dalla polizia, una ventina i feriti e 40 gli arresti.

28 giugno a Genova 30.000 antifascisti partecipano alla manifestazione indetta da comunisti, socialisti, socialdemocratici, repubblicani e radicali contro il progettato Congresso del MSI.

30 giugno a Genova sciopero generale della Cgil contro la provocazione del Congresso missino in città. Un corteo di 100.000 lavoratori sfocia in violenti scontri con le forze dell’ordine. Decine i feriti. Tre camionette della polizia vengono incendiate.

2 luglio Il Movimento Sociale Italiano, dopo che da due giorni Genova è paralizzata dallo sciopero generale e il centro cittadino è cinto da reticolati della polizia, rinuncia a tenere il proprio Congresso nel capoluogo ligure.

4 luglio A Reggio Emilia aggressione neofascista ai danni di un partecipante alla manifestazione indetta dal Consiglio Federativo della Resistenza. La folla per reazione assedia la sede del MSI. Violenti scontri con la polizia, che si protraggono nella notte, nei quali risultano feriti 32 poliziotti e diversi manifestanti.

5 luglio a Licata (Agrigento) sciopero generale per il lavoro e migliori salari. Il corteo, con alla testa il Sindaco, viene affrontato dalla polizia che spara contro la folla. Il giovane commerciante Vincenzo Napoli, di 25 anni, cade ucciso, altri cinque dimostranti sono gravemente feriti.

6 luglio a Roma un corteo di antifascisti diretti al Sacrario dei Caduti di Porta San Paolo per deporre una corona di fiori, viene attaccato da reparti di polizia a cavallo. Decine di feriti e di arresti, tra i quali numerosi parlamentari. Viene subito proclamato dalla Cgil lo sciopero generale di protesta in diverse città, tra cui: Bologna Livorno, Firenze, Roma e Reggio Emilia.

7 luglio a Reggio Emilia mentre i partecipanti allo sciopero generale si radunano davanti alla Sala Verdi dove si dovrebbe tenere un comizio, le forze dell’ordine caricano la piazza prima con lacrimogeni e idranti e poi aprono il fuoco sui manifestanti. A fine giornata si contano 5 morti e 22 feriti da arma da fuoco tra gli scioperanti e 5 contusi tra i poliziotti. 21 persone sono arrestate.

8 luglio in tutta Italia si svolge lo sciopero generale nazionale, proclamato dalla Cgil, contro i fatti di Reggio Emilia. A Palermo e Catania la polizia apre il fuoco sui dimostranti. A Palermo si contano 3 morti, 51 feriti e 374 arrestati, mentre a Catania 1 morto, 25 feriti e 44 arresti.

9 luglio a Reggio Emilia 150.000 persone partecipano ai funerali dei 5 martiri del 7 luglio.

10 luglio a Torino si svolge una imponente manifestazione antifascista.

13 luglio si riunisce, a Roma, la Direzione nazionale della DC: il Presidente del Consiglio Fernando Tambroni viene invitato a fare un passo indietro per permettere la pacificazione del Paese.

19 luglio il Governo Tambroni, dopo le proteste di massa e il mancato appoggio di ampi settori della DC, è costretto alle dimissioni.

22 luglio Amintore Fanfani riceve dal Presidente della Repubblica l’incarico di formare il nuovo Governo, che entrerà in carica il 27 luglio, dando così avvio al percorso che porterà due anni dopo alla stagione del “centro-sinistra” con l’ingresso del PSI nella maggioranza.