di Chiara Torcianti
Il 25 giugno del 1975, venne proclamata la nascita della Repubblica popolare del Mozambico, guidata dal presidente Samora Moises Machel, già leader del Fronte di Liberazione del Mozambico. Furono giorni di festeggiamenti che attraversarono tutto il paese, devastato da una guerra coloniale durata oltre un decennio e desideroso di costruire una nuova società. I nomi imposti dai portoghesi alle città furono soppiantati da altri, nuovi e antichi allo stesso tempo, legati alla storia precoloniale e pregni di senso per i mozambicani. Dina Forti, giornalista e instancabile tessitrice di relazioni tra il pci e il continente africano (il cui archivio è parte del fondo Africa custodito nel polo archivistico di Reggio Emilia-Istoreco) raccontò in un reportage dell’entusiasmo che, inaspettatamente, molti ex-guerriglieri e tante persone comuni manifestavano verso Reggio Emilia. “Anche nel cuore della giungla”, scriveva, questa città era menzionata con rispetto e gratitudine. Reggio stava per Italia, una parte per il tutto – sul fronte della percezione mozambicana.
Durante quei giorni di manifestazioni ufficiali, però, Reggio rappresentava il nostro paese anche sul fronte diplomatico – visto che nessuna rappresentanza ufficiale era stata ancora insediata a Maputo (la coloniale Laurenço Marquez). Giuseppe Soncini guidava la delegazione che presenziava ai riti di fondazione della nuova repubblica africana e con piena ragione, dato che fu la sua instancabile capacità relazionale e di mobilitazione a gettare le basi, insieme ad altri quali il sindaco Bonazzi, un legame tra la città e l’Africa australe. Dal 1970 sino all’indipendenza del Mozambico, infatti, la città di Reggio onorò il gemellaggio tra il suo antico nosocomio e l’ospedale centrale di Cabo Delgado, gestito dal Frelimo nelle zone sottratte al controllo portoghese, spedendo materiale sanitario e protesi, formando personale, accogliendo e curando feriti. Si affermò una solidarietà popolare, una mobilitazione dal basso che unì un movimento di liberazione africano e la città delle grandi riforme sociali del secondo dopoguerra.
La fiducia, riposta dai mozambicani nei confronti di Reggio, divenne l’elemento cardine dell’altro tenace legame intercontinentale che la città seppe cogliere e alimentare: quello con l’African National Congress (ANC) di Nelson  Rolihlahla Mandela. Nel 1977, nel Sudafrica dell’apartheid. sempre più repressivo, i giovani “non-bianchi” cominciarono a rivitalizzare i movimenti democratici – spesso subendo carcere, tortura, esilio. A fine giugno, il presidente dell’Anc, Oliver Reginald Tambo, amico e collega di Mandela, giunse a Reggio. Una città amica, aperta, solidale – come aveva assicurato Machel. E innovativa, visto che, dopo aver gemellato due ospedali, stava per firmare un patto di solidarietà con l’Anc – il movimento anti-apartheid per eccellenza, ma anche il più noto tra i movimenti di liberazione dell’Africa australe tutta. Così il 26 giugno 1977, in sala del Tricolore, il sindaco Benassi e il presidente Tambo siglarono un accordo, ambizioso e lungimirante, che aprì la strada alle relazioni di solidarietà e cooperazione che tuttora Reggio intrattiene con il Sudafrica. I sovietici, alleati dell’Anc, non capivano perché Tambo e i suoi tenessero tanto al legame con Reggio. In fondo, due conferenze di solidarietà nazionale a favore dell’Africa australe e due navi di aiuti allestite grazie alla società civile italiana, ai loro occhi non potevano competere con i mezzi economici e militari offerti in supporto dall’Urss. Anche nel caso del Sudafrica, prevalse il potere della relazione umana, della diplomazia dal basso, della comunicazione innovativa.
Per saperne di più vi consiglio di farvi un giretto nella sala dell’Amicizia Reggio Africa di livello 9, museo diffuso virtuale della storia del Novecento a Reggio Emilia, cliccando QUI.

Sono passati rispettivamente 45 e 43 anni da quegli eventi che, forse, non a tutti sono noti. Eppure, quei fili culturali e ideali che connettono Reggio, Sudafrica e Mozambico hanno prodotto frutto e continuano ad alimentare una storia condivisa, basata in primis sulle persone. Che dire, dunque, se non… Buon compleanno, amicizia Reggio Africa !

Amandla :o)