Le occasioni come il 60° della Liberazione si pongono come scadenze importanti in uno scorrere del tempo che lascia sempre meno occasioni di riflessione sulla nostra comune vicenda storica, che rimane alla base della identità della nostra comunità locale e nazionale. Un nodo problematico e affascinante.
Questo 20 mesi per la libertà è stato pensato per quanti non hanno vissuto l’esperienza storica della Resistenza. Quindi in primo luogo per i giovani, per gli insegnanti, per tutte le persone interessate a capire meglio le nostre radici, il processo di formazione della nostra identità democratica.
La scelta è stata quella di proporre, con taglio divulgativo, una serie di riferimenti, visioni di prospettiva, tematiche legate alla nostra sensibilità attuale. Un percorso quindi che offra spunti di lettura per avvicinarsi alle diverse “resistenze” che si svilupparono in quei venti mesi (da quella degli internati militari a quella femminile), senza trascurare uno sguardo sul “nemico”, sia l’occupante tedesco che il fascista collaborazionista.
Un racconto sulla Resistenza in grado di restituire tutta l’umanità e la complessità di quel periodo in cui non solo si riconquistò la dignità nazionale ma si affermarono quei principi di uguaglianza, solidarietà e dignità individuale e collettiva che sono alla base della nostra Costituzione.
Una Resistenza che vuole uscire dalla retorica in cui troppo spesso è stata relegata e dalle strettoie del celebrazionismo per restituire umanità a quella che fu una lotta soprattutto di giovani che si trovarono, nel momento più drammatico della nostra storia nazionale, a compiere le scelte più difficili. E scelsero la parte giusta. Questo non deve essere mai dimenticato. Perché fu una scelta etica e morale prima ancora che politica. Una scelta che contribuì a sconfiggere il progetto di dominazione nazista e fascista dell’Europa. Una Europa che ha in quella vittoria, culminata nelle giornate della primavera del 1945, le sue radici più forti e sicure, dopo la catastrofe bellica e l’orrore della Shoah.
Una Resistenza riconsegnata alla storia del nostro Paese che entri finalmente a far parte di quella storia condivisa di cui abbiamo bisogno come comunità e come cittadini, perché nessuno, per misero calcolo politico o per desiderio di rivalsa, possa negare e ridiscutere un percorso storico che ha costruito la democrazia nel nostro Paese.