Negli anni ’30 e ’40 era attivo in Italia il movimento di solidarietà antifascista “Soccorso Rosso”. In una situazione di povertà diffusa e di una vita prevalentemente contadina piuttosto modesta, si raccoglievano pochi soldi per sostenere, con un gesto di solidarietà concreta, le famiglie colpite dalla persecuzione politica. Spesso infatti era l’uomo, come si diceva allora il “capofamiglia”, che assicurava l’unica o la principale entrata di denaro e con il suo arresto, ed eventualmente la condanna al carcere o al confino, si esauriva una fondamentale fonte di reddito. Era in queste situazioni che interveniva il “Soccorso Rosso”.

A Vezzano sul Crostolo abbiamo una storia particolare: l’Ufficio Politico Investigativo della polizia fascista aveva infiltrato un informatore all’interno del gruppo che animava il Soccorso Rosso in zona. Questo compaesano frequentava le riunioni antifasciste per svolgere poi il suo compito di spia.

E così, nell’aprile 1944, per venticinque ragazzi del Soccorso Rosso vezzanese scattano gli arresti. Va ricordato che si tratta di arresti solo per reati di opinione! Le percosse in carcere e le minacce di deportazione in Germania portano il gruppo a tentare l’evasione collettiva dal carcere San Tommaso di Reggio Emilia il 15 ottobre 1944. E’ l‘unica fuga di gruppo riuscita a Reggio Emilia di cui si abbi a memoria.

Ricordiamo con affetto i testimoni Ferruccio Collini, Ermes Ligabue e Leonella Pisi che in collaborazione con la Scuola Media Angelo Manini, il Comune di Vezzano sul Crostolo e Istoreco Reggio Emilia nel 2008 hanno reso possibile questo piccolo documentario, “I ragazzi di Vezzano”

 

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